«Lavoriamo per il futuro del Libano»

I militari del Reggimento Guide di Salerno impegnati nei punti di controllo sulla Blu Line, lungo il confine con Israele

BEIRUT. L’arrivo a Beirut è sempre emozionante. Una città che emana fascino e suggestioni. Era definita la “Parigi del Medio Oriente”. Nonostante non si possa definire un Paese stabile, il Libano comunque ci prova ed è evidente la voglia di rinascere e di lasciarsi alle spalle un passato di dolore e di distruzione. Ma il viaggio è solo all’inizio. La strada da fare per giungere sul confine con Israele, a sud, è ancora lunga. Almeno tre ore di convoglio scortato con i Lince dei caschi Blu, attraversando villaggi e costeggiando la costa libanese sul Mediterraneo. L’arrivo all’alba alla base “Millevoi”; il sole si sta alzando ed un leggero venticello da Est spazza l’enorme base posta sulla collina a poche centinaia di metri dal villaggio di Shama. Qui ad attendermi il tenente colonnello Occhinegro.

La base Millevoi è grande, posta in posizione strategica affacciata sul Mediterraneo. Un via vai di mezzi corazzati alla porta carraia. I soldati ghanesi, che si occupano del corpo di guardia, controllano con attenzione i mezzi e le persone che varcano il cancello d’entrata. I militari salernitani del Reggimento Guide di Salerno ci aspettano. Il grosso delle truppe è di istanza a Naqoura, nella base 1.26. Il compito è delicatissimo. Controllare la linea di confine tra Libano ed Israele. Il capitano Avella è di Salerno. Ha 53 anni, da sempre nell’Esercito; una moglie e due figli ad attenderlo a casa. Ha la responsabilità delle basi dove sono allocati i ragazzi del Reggimento Guide. Un lavoro complesso per l’organizzazione dei due punti di controllo sulla Blu Line, lungo il confine con Israele. Un controllo garantito sette giorni su sette, 24 ore al giorno, da 300 uomini e donne, molti alla terza missione in teatro libanese.

Sono arrivati qui lo scorso 24 ottobre e vi rimarranno fino al mese di aprile 2015. «Siamo qui per dare un contributo alla stabilizzazione dell’area – afferma l’ufficiale – uomini e donne che lavorano per garantire la sicurezza al popolo libanese martoriato da anni di conflitto». La tensione con il vicino Israele, se pure in questo periodo in una fase di apparente stallo, resta alta. Ora poi, a fare paura, anche qui, è la minaccia dell’Isis. «Noi comunque facciamo il nostro lavoro – aggiunge il capitano Avella – consapevoli che il futuro di questo Paese passa dalla capacità di favorire il necessario dialogo tra questi popoli, è noi abbiamo la grande responsabilità di agevolarlo e favorirlo, mantenendo una chiara posizione di neutralità. Forse è questo il motivo per i quale il popolo libanese ci rispetta; perché abbiamo nel tempo dimostrato di essere concreti e rispettosi del ruolo internazionale affidatoci dall’Onu».

In questo contesto, il prezioso lavoro di diplomazia che svolge il nostro Force Commander, il generale Portolano, è di assoluta garanzia. Ecco cosa fanno oggi qui i militari italiani della Missione Unifil. Un lavoro che hanno imparato a fare bene e che per certi versi nessun altro potrebbe svolgere. Intanto la porta carraia al corpo di guardia si apre. Arrivano i Lince di ritorno dal pattugliamento; passano vicino al Tricolore che sventola in Piazza Italia. Il militare in ralla mi guarda, mi sorride. Sembra quasi dire tutto ok, anche questa è fatta.

* inviato di Radio Alfa in Libano

Ogni giorno, alle 11e alle 16, su Radio Alfa vi racconterò, in diretta dal Libano, insieme ai militari salernitani in missione, le loro emozioni e le loro sensazioni. Se vi va, potete anche lasciare un messaggio vocale per i nostri militari chiamando l’800587333. Sulla pagina Facebook di Radio Alfa ogni giorno tutte le foto della missione, in tempo reale. Gli appuntamenti sono realizzati in collaborazione con la Banca Monte Pruno.