Lavori di ristrutturazione Chiusa Medicina nucleare

Blocco delle prestazioni fino al 13 settembre, potrebbe coinvolgere altri reparti La Cgil chiede che di attivare una convenzione con una struttura accredidata

Succederà di nuovo? La speranza, ovviamente, è che non accada. Ma l’avvio, in queste ore, dei lavori di ristrutturazione nel reparto di Medicina nucleare dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, che porteranno alla sua chiusura almeno fino al 13 settembre, preoccupa molto la Cgil Funzione pubblica. Il blocco delle prestazioni (scintigrafie e marcature dei linfonodi sentinella che, per legge, devono essere effettuati 24 ore prima di un intervento chirurgico per tumore al seno), rischia di paralizzare anche altre unità operative, come Cardiologia, Oncologia e Brest Unit. «L’Azienda – suggerisce Margaret Cittadino – attivi una convenzione con una struttura privata accreditata per effettuare questi esami importanti».

Ma non è questo l’unico problema. Perché è ancora vivo nella memoria dei pazienti, dei loro familiari e del personale medico ed infermieristico quel crollo della parete, proprio a Medicina nucleare, mentre nel contiguo day hospital oncologico venivano effettuate visite e terapie. Un episodio che sollevò la rabbia di tutti e portò proprio la Cgil a chiedere un incontro urgente al direttore generale, Elvira Lenzi. Per protestare, ma anche per chiedere che il day hospital venisse trasferito altrove. E non solo durante l’esecuzione dei lavori. Quell’incontro non ci fu e la proposta del sindacato rimase lettera morta. Ma oggi, alla vigilia dei lavori, ritorna d’attualità. «Anche questa volta – premette la Cittadino – il day hospital resterà aperto durante i lavori. Il nostro augurio è che i tempi vengano rispettati. Ma se così non fosse, chiediamo fin d’ora alla direzione generale di pensare ad un’alternativa». Che il sindacato ha già pronta. «Dopo l’addio delle suore, i locali che occupavano proprio sopra il reparto di Malattie infettive, sono rimasti vuoti. Lì – spiega – potrebbe essere trasferito non solo il day hospital, che avrebbe anche il vantaggio di poter allacciare facilmente i tubi per l’ossigeno e l’aspirazione direttamente dal reparto sottostante; ma si potrebbe anche ricavare un ulteriore reparto da utilizzare come “jolly” in caso di lavori in altre strutture». L’avvio dei lavori a Medicina nucleare e la proposta della Cgil riportano alla mente un altro intervento di restyling, atteso ormai da nove mesi. Da novembre, infatti, proprio a Malattie infettive l’ascensore è fuori uso, dopo essere precipitato mentre a bordo c’era del personale dell’Azienda. I lavori, nonostante una gara già bandita, sono ancora fermi.

Mattia A. Carpinelli

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