Lavori di manutenzione Mezzo Cilento a secco 

Consac ha comunicato un’interruzione dell’erogazione dell’acqua per giovedì Numerosi i Comuni dove i rubinetti resteranno chiusi dalle 11 alle 23

VALLO DELLA LUCANIA. Rubinetti chiusi in diversi comuni sia interni che costieri, gestiti da Consac. Il gestore idrico con sede a Vallo della Lucania ha diramato ieri un avviso, nel quale avverte che «a causa di urgenti lavori di manutenzione, potranno verificarsi interruzioni del servizio idrico» dalle ore 11 alle 23 del prossimo 6 luglio. Segue l’elenco dei comuni interessati: Torre Orsaia, a San Giovanni a Piro e nella frazione Bosco, a Roccagloriosa e Acquavena, a Celle di Bulgheria e Poderia, a Camerota nelle località Capoluogo, Monte di Luna, Lentiscosa, a Centola Capoluogo, Piano Faracchio, Saline, San Severino e San Nicola, a Pisciotta capoluogo, Marina, Caprioli e Torre Gabella, ad Ascea Capoluogo, Marina, Velia e Stampella, a Casal Velino al Bivio di Acquavella, Verduzio, Pedemontana, San Giorgio, Ardisani, Dominella e Marina, nelle frazioni di Velina, Vallo Scalo e Salicuneta di Castelnuovo Cilento, a Piani Marri di Perito, Casino Lebano di Orria, Omignano Scalo e Cerreta, Pioppi, Minnelea, Caleo e Acciaroli di Pollica, Mezzatorre.
Era stata annunciata l’estate di passione e così è stato. Ma non si tratta della prima estate nella quale la risorsa idrica viene erogata a singhiozzo e durante la quale a farne le spese sono gli operatori turistici e i turisti, ma è una questione che si ripete da tempo. Negli anni scorsi a causa delle continue falle nelle tubature, obsolete; quest'anno si aggiunge la problematica della scarsità idrica, annunciata dai principali gestori idrici, derivante da scarsa piovosità.
Secondo il professore Franco Ortolani, geologo, «urge un Piano nazionale di acqua dolce. Il cambiamento climatico che sta interessando il globo sta determinando una progressiva riduzione delle precipitazioni piovose nell’area mediterranea; l’inquinamento antropogenico sta causando il peggioramento e a volte l’inutilizzabilità delle acque superficiali e sotterranee. A questi elementi si sta aggiungendo la progressiva intensificazione delle attività petrolifere autorizzate irresponsabilmente anche al di sopra di acquiferi carbonatici altamente permeabili che alimentano sorgenti perenni di notevole portata, usata per scopo potabile». Questo stato di cose, unito alle tante sorgenti inutilizzate, che sfociano direttamente a mare, portano ad un’emergenza che di fatto non dovrebbe esistere in un’area, come quella cilentana, che è contraddistinta da decine di sorgenti.
Andrea Passaro
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