L’interrogazione

Latte di bufala, sos dei Riformisti

«Settore in crisi per l’arrivo di prodotto congelato dall’estero»

Il Comune si faccia promotore di un’azione politica forte a sostegno degli allevatori bufalini, uno dei settori trainanti per l’economia della Piana, legato a filo doppio con la produzione della mozzarella dop. La richiesta arriva dai consiglieri Liberi e Riformisti che in una nota sollecitano l’intervento del sindaco. «Dagli accertamenti eseguiti dai Nas - scrivono - è risultato che non vi è rispondenza tra i quantitativi di latte prodotto e introdotto in alcuni caseifici ed il latte trasformato che è di gran lunga superiore». Evidenziando «che il prezzo alla stalla del latte di bufala è crollato e non ha più mercato, con gravi pregiudizi per i nostri allevatori ai quali alla tradizionale scadenza del 30 agosto non sono stati rinnovati i contratti». I migliori caseifici della zona, «che rispettano la legge, non possono reggere la concorrenza della mozzarella sofisticata che si vende a costi inferiori alla materia prima». I riformisti chiedono in sostanza di sapere «se è vero che, attraverso Caserta e provincia, arrivano nella Valle del Sele al giorno circa 300 quintali di latte "concentrato e congelato", a basso prezzo, proveniente dalla Bulgaria, dall'India e dal Nord Italia»; se è vero «che la produzione di mozzarella prodotta nella zona Dop è oltre il doppio di quella che dovrebbe essere se si lavorasse solo il latte fresco prodotto in loco»; se «risulta che gli allevatori, costretti a vendere sottocosto il latte, per non chiudere gli allevamenti, hanno incominciato a vendere le bufale»; se risulta che, «a seguito di alcuni prelievi, la carica batterica di alcune partite di latte è risultata un milione di volte superiore ai limiti massimi consentiti».