“Ladri di bambini”: pena troppo leggera

Il pm dice “no” a due anni e sei mesi patteggiati dalla difesa per Luigia Giordano, la corbarese accusata di tratta di persone

CORBARA. Il pubblico ministero si è opposto alla richiesta di patteggiamento per Luigia Giordano, la corbarese prima imputata nel processo “ladri di bambini”. Il magistrato Ernesto Caggiano, titolare dell’accusa, ha respinto la proposta di concordare la pena di due anni e sei mesi, avanzata per la difesa dall’avvocato Enzo Calabrese, perché ritenuta non congrua, rimettendo di fatto il procedimento al regolare svolgimento del dibattimento, col rinvio all’udienza del prossimo 18 dicembre davanti ai giudici del primo collegio del tribunale di Nocera Inferiore.

Alla sbarra con la Giordano, 58 anni, storica “benefattrice”, ci sono infatti Djani Jovanovic, nato in Jugoslavia, 32 anni, Susana Radosalevic, nata in Jugoslavia, 28 anni, e Rodica Mustafà, nata in Romania, 33 anni, Santa Costantin, nata in Romania, 46 anni, Petrik Constantin, nato in Romania, 46 anni, e Cristiano Costantin, nato in Romania, 38 anni, tutti accusati di soppressione di stato, alterazione di stato civile, tratta e commercio di persone, alienazione e acquisto di persone. Le attese deposizioni al processo dei rumeni, per la peculiarità dei loro dialetti, necessitano di interpreti in grado di tradurre quanto riferiranno davanti ai giudici e pertanto all’ufficio è stato chiesto di reclutare un esperto madrelingua rumeno per la traduzione necessaria allo svolgimento.

In precedenza i due indagati di cittadinanza italiana, Raffaele Piscitelli, di Arienzo, e Giuseppe Gallo, di Pescia, avevano concordato un anno e sei mesi di pena sospesa con la concessione delle attenuanti generiche davanti al gup del tribunale nocerino, Giovanna Pacifico; i due erano accusati in particolare di aver creato falsi attestati di nascita apparentemente emessi dagli uffici della Asl Salerno 1, con successive false dichiarazioni all’ufficiale di stato civile per due bambine, Jessica e Giusi, facendo figurare nei registri di stato civile le nascite inesistenti. Proprio i certificati d’identità, da subito apparsi falsi, con timbri e intestazioni dell’ospedale di Nocera Inferiore, furono elemento fondante per l’attività d’indagine, culminata nel blitz e l’arresto di sette persone e il ritrovamento della neonata. Quel documento emerse dopo la denuncia da parte di due uomini, cognati, che avevano riferito di aver corrisposto una ingente somma in danaro a Luigia Giordano, la donna di Corbara notoriamente da anni all’opera con affidamenti e bambini, già destinataria di una denuncia e di un procedimento specifico, con una recente condanna a nove anni di carcere in primo grado emessa nei suoi confronti dal tribunale di Torre Annunziata.

Ora il pubblico ministero ha respinto la proposta di patteggiamento avanzata dall’avvocato difensore della donna di Corbara.

Alfonso T. Guerritore

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