La Zes non parte, colpa del Governo 

Spirito ha scritto al presidente Conte e al ministro Toninelli affinché effettuino subito le due nomine di loro competenza

Le Zone economiche speciali non sono ancora partite in Campania perché non sono stati nominati dal nuovo Governo i membri del Comitato d’indirizzo. È questo il paradosso che vivono le Zes campane, le prime d’Italia, che non sono a tutt’oggi operative per via della burocrazia. Proprio per questo motivo il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale, Pietro Spirito, ha scritto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al neo ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, per accelerare i tempi. A rivelarlo, a margine della presentazione del Sea Sun 2018, è il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale, Francesco Messineo.
«Per la Zes – chiarisce Messineo – manca le nomine per il Comitato d’indirizzo, che sarà presieduto dal presidente dell’Autorità di sistema portuale». Del Comitato, oltre a Spirito, faranno parte il delegato della Regione, che è già stato scelto (il presidente di Confindustria Caserta, Luigi Traettino) mentre non si hanno notizie degli altri due componenti di nomina governativa e, precisamente, dei due rappresentanti che spettano alla presidenza del Consiglio e al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Il presidente Spirito, la settimana scorsa – sottolinea Messineo – ha mandato una nota al nuovo presidente del Consiglio e al nuovo ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti per ricordare loro che c’è questo adempimento da effettuare, pregando di voler procedere, nei tempi più rapidi, alla nomina, per rendere operativa la Zes».
Dunque un ritardo ingiustificato che si spera di colmare molto presto. Anche perché sulle Zone economiche speciali si punta parecchio per risollevare l’economia di un’intera regione. Tant’è che le Zes saranno pure l’argomento principale del focus che si svolgerà all’apertura del Sea Sun, il prossimo 30 giugno, all’Arena del Mare. «La Zona economica speciale – puntualizza Spirito – caratterizzerà l’attività dei porti della Campania e andrà di pari passo con lo sviluppo della manifattura e del settore produttivo. Perché se si vuole crescere ulteriormente, si deve esportare».
La burocrazia, tuttavia, non frena solo la Zes ma pure il dragaggio del porto di Salerno. L’Arpac, infatti, non ha ancora inviato la relazione finale al ministero dell’Ambiente, dopo che la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, ha terminato le attività di monitoraggio dei fondali, della elaborazione dati e redazione dei rapporti di prova, propedeutici all’escavo. Indagini che sono servite a valutare gli aspetti ambientali marini legati alle attività di escavo e alla gestione dei materiali dragati, al fine di una effettiva tutela del territorio e dell’ecosistema marino, come prescritto dal ministero. E, dunque, di conseguenza, non è arrivato il nullaosta definitivo dal ministero. «Se dobbiamo completare il dragaggio nel 2020 – ammonisce Spirito – è necessario che l’autorizzazione arrivi entro e non oltre la fine di giugno». “Noi abbiamo adempiuto – aggiunge – a tutte le prescrizioni che ci erano state fatte. E, a questo punto, con la relazione dell’Arpac, il ministero dell’Ambiente ci deve dare il permesso e, quindi, il semaforo verde per cominciare a fare le gare. E questo per noi è strategico e dobbiamo fare in modo che entro le prossime settimane si completi questo percorso». Anche perché il porto, «che è diventato un quartiere del centro storico di Salerno» come rimarca il sindaco Enzo Napoli, continua a crescere. E il business aumenterà ancora di più proprio con il dragaggio, che darà la possibilità di accogliere le navi di ultima generazione e, dunque, di rilanciare il comparto croceristico. «È indispensabile lavorare con la città – conclude Spirito – per garantire le migliori condizioni. Abbiamo assunto i provvedimenti necessari per rendere più fluido il traffico ma dobbiamo essere consapevoli che il porto di Salerno continua a crescere, e col dragaggio ci sarà un ulteriore sviluppo. Perciò dobbiamo prendere, assieme al sindaco, al presidente della Regione, quei provvedimenti che serviranno a determinare le aree retroportuali».
Gaetano de Stefano
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