La “vita social” si impara a scuola

Campagna di prevenzione della polizia postale negli istituti medi e superiori

SALERNO. Prima la scuola, poi la polizia. Quando non ci pensa il genitore, è il maestro a scongiurare il ricorso agli agenti. I ragazzini si confidano con l’insegnante, dopo averlo fatto con un amico, un’amica. Con la polizia di Stato c’è un progetto che va nella direzione della prevenzione, per chiarire ai minori i pericoli degli adescamenti in Rete ed evitare le conseguenze penali del bullismo. Tutte le scuole del Salernitano vogliono aderirvi e l’sos è stato raccolto. Alcune scuole sono state già visitate, l’ultima è stata la “Fresa Pascoli” di Nocera Inferiore, per celebrare il Safer internet day 2016 in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. «Ma saremo in tanti altri istituti – spiega l’ispettore Antonio Buglione – per esempio a Vallo della Lucania, nella scuola superiore “Cenni-Marconi”, all’istituto “Balzico” di Cava de’ Tirreni, nel liceo classico “Tasso” di Salerno e in quello scientifico “da Procida”. Tutte le scuole ci vogliono e ci chiedono aiuto per contrastare i fenomeni del bullismo e dell’adescamento in Rete».

Una vita da social (c’è anche l’omonima pagina su Facebook) è il progetto itinerante sviluppato dalla polizia postale e delle comunicazioni in collaborazione con il Miur e cofinanziato dalla Commissione europea con l’obiettivo di aiutare i naviganti a chattare in piena sicurezza. «Quando si tratta di contrastare i rischi dei minori durante la navigazione in Rete l’arma più efficace è sicuramente la sensibilizzazione e la prevenzione» aggiunge Buglione. Da un report ufficiale sui giovanissimi e sicurezza on line è emerso che il 92 per cento dei genitori italiani si è detto preoccupato della sicurezza dei propri figli e tre su quattro hanno dichiarato di aver preso precauzioni per proteggerli dalle insidie di internet. Le maggiori preoccupazioni riguardano per il 61 per cento il timore che i propri figli possano dare troppe informazioni a sconosciuti, il 59 per cento la paura che possano essere convinti con l’inganno a incontrare malintenzionati e il 53 per cento che potrebbero subire atti di bullismo oppure molestie. (f.f.)

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