«La vendita della Cofima va annullata»

La giunta dà il via all’azione legale contro la curatela fallimentare. «Non ha detto al Comune della lottizzazione abusiva»

Acquisto dell’ex Cofima: con la delibera del 24 ottobre scorso la giunta ha dato mandato ad un avvocato di promuovere un’azione legale nei confronti della curate la fallimentare della Cofima, diretta ad ottenere «la nullità o la risoluzione dell’atto di alienazione dell’ex capannone industriale». Ma anche «la restituzione integrale delle somme corrisposte,maggiorate degli interessi, nonché il risarcimento di tutti i danni morali e patrimoniali connessi e correlati alla vicenda dell’acquisto dell’immobile ex Cofima Spa».

In attesa della chiusura dell’inchiesta della Dda, la giunta ha deciso di mettere nero su bianco quello che è successo: non sapeva che «il bene acquistato dal Comune può essere frutto di attività illecita, ipotizzando gli estremi della lottizzazione abusiva non suscettibile di sanatoria». Questo il consulente tecnico della curatela non l’ha indicato nella relazione depositata il 28 febbraio 2007, per cui il Comune ha acquistato un immobile abusivo ed ora vuole annullare l’atto. La delibera di giunta è il frutto di un’inchiesta amministrativa interna aperta per fare luce su precise responsabilità gestionali. Una delibera che segue il “j’accuse” del presidente del consiglio comunale Antonio Barbuti che nella sua lettera -denuncia ha evidenziato responsabilità di dirigenti e funzionari che hanno lavorato alla pratica Cofima e che hanno verificato la fattibilità dell’acquisto. L’inchiesta interna è partita il 2 ottobre scorso, quando in seguito al sopralluogo effettuato dai carabinieri di Nocera Inferiore, il dirigente del settore urbanistica ha acclarato la lottizzazione abusiva dell’ex Ceramica Cava, di cui la Cofima faceva parte e ne era parte indivisibile sino al 1982 quando fu venduta.

L’ordinanza successivamente emessa è diventata il presupposto dell’azione legale contro la curatela. «La relazione predisposta dal consulente tecnico della curatela fallimentare - si legge nella delibera - riferiva unicamente di abusi edilizi consistenti in un ampliamento rappresentato da due corpi aggiuntivi per una superficie complessiva di 3800 mq e di difformità rappresentate da una diversa disposizione interna delle tramezzature e delle scale di accesso», illeciti che sarebbero stati successivamente sanati. La realtà è invece un’altra: «Il bene frutto di lottizzazione abusiva è da ritenersi incommerciabile, con conseguente sanzione di nullità assoluta degli atti di trasferimento per illiceità dell’oggetto». Con la delibera il Comune agirà anche per ottenere la revoca del decreto con cui la Banca ha trasferito in seguito al mutuo contratto da Palazzo di Città, il prezzo pagato per la Cofima.

Vincenzo Lamberti

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