La vasca “inquina” un intero quartiere

ANGRI. Case in una zona di pieno degrado a un passo dal centro di Angri.

Questa la denuncia sociale di un folto gruppo di residenti di via Di Donato e di Piazzale Novi. In particolare i residenti lamentano che le strade di quell’area sono abbandonate al degrado e sono popolate da ratti, serpenti, micro discariche abusive. Pare che la causa della presenza di questi ospiti indesiderati sia una vasca che non viene mai pulita, che entrerebbe nella competenza del Consorzio di Bonifica. Non si nascondono dietro un dito e in particolare le signore Annamaria e Giovanna Franza, Carmela Scutiero, Viola Savino e Giuseppina Barba ci mettono la faccia, perché stanche di promesse non mantenute da più di trent’anni.

«Chiediamo che la vasca venga bonificata, -dicono- non possiamo più sopportare questa situazione, i topi ci sono entranti fin dentro casa. In tutti questi anni le varie amministrazioni non ci hanno mai teso la mano per risolvere i problemi. Si tratta di una zona della vergogna piena di sporcizia. Non possiamo andare avanti così: gli anziani, i bambini, e, in generale, le famiglie che abitano in questa zona quasi al centro di Angri non si meritano tutto questo».

Una legittima rimostranza che assume i canoni dell’esemplarità nei confronti di tutte quelle persone che gettano il sasso e poi nascondono la mano. Inoltre i residenti lamentano anche l’assenza di pubblica illuminazione. Sul punto il sindaco Pasquale Mauri annuncia che presto provvederà ad incontrare gli autori delle citate rimostranze. «Nelle prossime settimane punteremo la nostra attenzione anche in questa zona per dare le risposte che i cittadini aspettano da tanti anni. Ci siamo già recati al Consorzio di Bonifica per avere un’azione congiunta tra quelle che sono le competenze del Consorzio e quelle che rientrano tra le competenze del Comune di Angri. Le aspettative dei residenti meritano risposte. Nei prossimi giorni ci incontreremo con il gruppo di residenti in quella zona per valutare i problemi da affrontare e da risolvere».

Maria Paola Iovino

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