Incidente choc

La tragedia di Sassano, paese distrutto dalla morte dei quattro angeli VIDEO

Migliaia di persone per l’ultimo saluto a Giovanni, Nicola, Davide e Luigi. Tre distinti funerali officiati da monsignor De Luca: «Non siano morti inutili»

SASSANO. Quattro bare bianche, tre funerali, due chiese, un unico immenso dolore. Eccola sintetizzata la giornata che ha vissuto ieri la comunità di Sassano e l’intero Vallo di Diano durante l’addio ai fratelli Giovanni e Nicola Femminella rispettivamente di 16 e 22 anni, a Daniele Paciello di 14 anni e Luigi Paciello di 13 anni. Le loro vite sono state spazzate via domenica pomeriggio dalla folle corsa di Gianni Paciello, 22enne, anche lui di Sassano che a bordo della sua Bmw 520 si è schiantato a 135 chilometri orari contro i tavolini del bar “New Club 2000” nella frazione di Silla uccidendo i 4 ragazzi. Uno di loro, Luigi di appena 13 anni, era suo fratello.

VIDEO La commozione del paese - L'arrivo del feretro di Luigi Paciello - Il corteo funebre per i fratelli Femminella - Il corteo funebre per Davide Paciello  

Ieri i funerali si sono svolti in maniera disgiunta per volere delle singole famiglie ed anche perché sarebbe stato impossibile trovare una chiesa che potesse contenere le migliaia di persone intervenute qualora i funerali fossero stati celebrati simultaneamente. Tutte e tre le funzioni funebri sono state officiate da monsignor Antonio De Luca, vescovo della diocesi di Teggiano – Policastro.

FOTO Le esequie di Davide Paciello - I funerali di Nicola e Giovanni Femminella - Il rito funebre di Luigi Paciello

I funerali sono stati celebrati a distanza di 3 ore l’uno dall’altro. Il primo è stato quello di Daniele Paciello. La messa è stata celebrata nella chiesa della Madonna di Pompei, nella frazione di Silla a circa cento metri di distanza dal bar dove Daniele e i suoi amici hanno trovato la morte. Migliaia di persone hanno affollato la piccola chiesetta ed il sagrato invaso anche dalle telecamere di tutte emittenti televisive nazionali. Ad attendere l’uscita del feretro dalla chiesa c’erano decine di ragazzi che indossavano una maglietta bianca e alcuni di loro avevano uno striscione con su scritto “Te ne iut comm chi part e nun salut, mo si na stella ca brilla chiu e l’at”.

Alle 12, invece, nella Parrocchia- Santuario del “Cuore Immacolato di Maria” nella frazione di Varco Notar Ercole sono state invece officiate le esequie dei fratelli Nicola e Giovanni. Ad attendere l’arrivo delle bare bianche c’era due ali di folla. Due ali come due enormi braccia che hanno voluto accogliere come in un enorme abbraccio l’arrivo dei due fratelli. Molte delle persone che qualche ora prima erano ai funerali di Daniele si sono ritrovate nella chiesa di Varco per dare l’ultimo saluto a Nicola e Giovanni. Nell’aria si respirava soltanto dolore, un dolore intriso di silenzio, un silenzio rotto soltanto dal suono funebre delle campane e dai singhiozzi dei tantissimi amici dei due fratelli. Durante le esequie la mamma di Nicola e Giovanni ha avuto un lieve malore ed è stato necessario portarla in sacrestia per soccorrerla.

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Il vuoto, le “lacrime singhiozzanti”, gli abbracci, gli occhi persi nel nulla, la rassegnazione, tanta rabbia e tanto dolore hanno fatto da triste cornice a questa terribile giornata che si è conclusa alle 15 col funerale di Luigi Paciello. I genitori del 14enne si ritrovano a vivere una tragedia nella tragedia. Infatti oltre ad aver perso il loro secondogenito si ritrovano nello stesso momento con l'altro figlio, Gianni, ricoverato in ospedale in stato di arresto con l'accusa di omicidio volontario. Gianni porta sulla coscienza la morte del suo fratellino e di altre tre persone. Ieri pomeriggio c'era il rischio che si potessero vivere dei momenti di tensione durante la cerimonia funebre o al termine della stessa, ma il buon senso ha prevalso e come tutti speravano il rispetto per la morte e per il dolore dei genitori del piccolo Luigi, ha prevalso su tutto il resto. Anche per il 14enne c'erano tantissime persone per dargli l'ultimo saluto. Soprattutto c'erano tanti suoi coetanei, compagni di scuola e di giochi che, indossando una maglietta bianca, hanno accompagnato in chiesa la piccola bara bianca.

Il vescovo De Luca nelle tre omelie pronunciate ha sostanzialmente lanciato un appello agli adulti. «Queste morti - ha detto - non devono essere morti inutili, ma devono essere portatrici di vita e accendere in noi adulti un forte senso di responsabilità. Noi adulti abbiamo il compito di entrare nella vita dei giovani della nostra comunità con una proposta educativa, non possiamo risultare assenti dalle loro problematiche. Tutti dobbiamo riappropriarci di quell'impegno educativo che a volte sembra essere assente. Dobbiamo farlo noi sacerdoti, devono farlo i genitori, devono farlo le istituzioni. Quando si vivono momenti di dolore così forti sorgono tanti interrogativi, a volte anche rivoltosi verso Dio e in questi casi la fede è l'unica ancora di salvezza perchè la morte non è la fine di tutto. Per chi crede la morte è la possibilità di sperare in una comunione con Dio che non avrà mai fine».

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