L'INCHIESTA

La tragedia di Ravello: «Ogni notte rivedo l’autobus che cade»

Il tassista e il tour operator che hanno assistito all’incidente mortale: «Nicola Fusco aveva fatto una manovra perfetta». S’indaga per omicidio colposo

RAVELLO. «Sono due notti che sogno il pullman che cade e non riesco a dormire». È il drammatico ricordo di Marcello Cavaliere, tassista che ha assistito al terribile incidente verificatosi lunedì scorso lungo l’ex statale 373 a Ravello e che ha causato la morte del 29enne Nicola Fusco. Il tassista è stato il primo a raggiungere il bus nel tentativo di prestare soccorso: «Ero la prima macchina al semaforo, ho sentito un forte rumore e visto il pullman che volava e scivolava giù. Sceso dall’auto, messe le quattro frecce, ho chiamato i vigili urbani e sono stati allertati i carabinieri. Sono entrato nel pullman pensando di trovare passeggeri. Non ho visto l’autista. Qualcuno credeva, quando risalivo, che fossi l’autista, proprio perché sono entrato nel pullman ed urlavo “autista, autista”, provandolo a cercare. Ero abbastanza sotto choc, distrutto per non aver potuto fare nulla. Nel pullman sul cruscotto non c’erano macchie di sangue: sicuramente il parabrezza è andato in frantumi e lui subito è andato fuori. Sono due notti che sogno il pullman che cade e non riesco a dormire». Un racconto da brividi sui primi minuti successivi all’incidente. Una corsa contro il tempo che ha coinvolto Cavaliere e tutti i presenti che si sono precipitati per cercare di aiutare le persone a bordo del bus. Poi si è compreso che a bordo del mezzo c’era solo il conducente Nicola Fusco. 

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