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La Tommasi stordita di coca Così le usarono violenza

BUCCINO. Sara Tommasi non era capace di intendere e volere mentre girava le scene di sesso del film porno “Confessioni private”. Per i magistrati salernitani la showgirl avrebbe subìto violenza...

BUCCINO. Sara Tommasi non era capace di intendere e volere mentre girava le scene di sesso del film porno “Confessioni private”. Per i magistrati salernitani la showgirl avrebbe subìto violenza sessuale di gruppo proprio perché si trovava in uno stato di salute “particolare” – scrive la procura – comunque alterato dall’uso smodato di cocaina. Per i fatti accaduti nei quattro soggiorni nel residence di Buccino, set del film, il gip Emilia Ascoli ha disposto l’arresto del produttore e dell’organizzatore del film hard. In carcere sono finiti Federico De Vincenzo, 35 anni, originario di Napoli, e Giuseppe Matera, 29, originario di Avellino.

A far scattare le indagini è stata la stessa Tommasi che, a settembre dello scorso anno, presentò una denuncia alla procura di Salerno, diretta dal dottor Franco Roberti. La showgirl accusò i due indagati di aver abusato di lei, approfittando del suo stato temporaneo di inferiorità fisica e psichica. In queste condizioni le avrebbero fatto firmare la liberatoria per girare le scene di sesso. Secondo le indagini svolte dai carabinieri di Eboli, guidati dal capitano Alessandro Cisternino e coordinati della pm della procura di Salerno, Elena Guarino, alla soubrette somministravano continuamente droga per indurla a registrare scene di sesso. In pratica, la Tommasi non era cosciente di ciò che accadeva intorno a sé e non era in condizioni di prestare il suo consenso. Alla denuncia della showgirl sono seguite dettagliate indagini della procura e dei carabinieri del nucleo operativo di Eboli, guidato dal tenente Francesco Manna. Soprattutto sono state effettuate intercettazioni telefoniche sulle utenze degli indagati e sentiti i dieci componenti della troupe, attori compresi. Uno degli arrestati è stato rintracciato in un hotel di Velletri, in provincia di Roma, e tradotto nel carcere della cittadina laziale. L’altro, invece, soggiornava nella Capitale dov’è stato rintracciato e arrestato.(m. l.)

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