«La terra dei fuochi è anche qui»

L’allarme lanciato dall’associazione “DifendiAmo”. Il “nodo” delle vasche

Ha incassato da parte del sindaco l’impegno a mettere in atto un ricorso al Tar contro il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale. Con riserva da parte dell’amministrazione: deciderà se farlo in maniera autonoma o aderire al ricorso già in essere ad opera del Comitato No Vasche.

Tutto entro il 9 gennaio. Primo risultato concreto per l’esordio ufficiale del coordinamento “DifendiAmo”. Venerdì sera la riunione delle associazioni e dei comitati che ne fanno parte. Hanno partecipato anche il primo cittadino di Nocera Inferiore Manlio Torquato e l’assessore all’ambiente Tonia Lanzetta. Un’istanza emblematica è stata avanzata dal Comitato per la Salute.

Con un’inquietante denuncia: l'estensione all

’Agro del monitoraggio invocato per la terra dei fuochi. Perché, secondo il presidente Antonio Savino (che ha parlato di dati “certi” in possesso del Comitato), anche nella zona a nord della provincia di Salerno «sarebbero stati interrati carichi contaminati come nel casertano». A rincarare la dose, per l’Associazione malati d’organo e trapiantati, Gino D’Angelo. «Abbiamo il primato in Italia – ha detto – per le patologie tumorali». L’argomento principale ha riguardato le vasche di laminazione, con una relazione di Emiddio Ventre, presidente del comitato No Vasche, che ha insistito su un dato chiave: da un lato c’è la Regione che, «con parere favorevole alla Valutazione d’Impatto Ambientale, nega che ci siano problemi di inquinamento del fiume Sarno, in particolare del torrente Solofrana. Dall’altro c’è il comune che nel 2007 - su richiesta dell’Arpac - emette il divieto di irrigazione perché l’acqua è contaminata da metalli pesanti, pesticidi ecc. Tutto questo confermato nel 2013».

Rocco De Prisco (Cnr) ha illustrato una serie di «dati oggettivi» circa la criticità in cui versa la «nostra terra». Obiettivo del coordinamento, ha lasciato intendere, è quello di «affrontare e risolvere nel breve la problematica della vasche: non si mette in discussione la valenza idraulica del progetto, ma quella ambientale. Non possiamo costruire sui fanghi, se sono contaminati. E farli confluire nella vasche» perché questo «contribuirebbe ad aggravare la contaminazione della catena alimentare attraverso l’inquinamento delle falde».

Nel lungo periodo, la meta sarà quella di individuare le cause principali dell’inquinamento nell’Agro e cercare di arrivare ad una correlazione tra quell’indice e la salute della popolazione anche attraverso uno screening sul valore di metalli pesanti presenti nel sangue e inquinanti contenuti in sottosuolo, aria e acqua.

(p. s.)

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