La telecamera di sorveglianza è spenta in piazza Borgo

C’è una telecamera di videosorveglianza a piazza Borgo, ma è spenta. Se fosse stata attiva, avrebbe ripreso gli spari alla finestra di Antonietta Chiarazzo. Si tratta di un “occhio elettronico” del sistema di telecontrollo pubblico del territorio. Da quel punto di ripresa i carabinieri della locale compagnia, diretta dal capitano Alessandro Cisternino, potevano avere le immagini dei movimenti sotto l’abitazione della pregiudicata ebolitana che vive nel cosiddetto “FortApache”.

C’è un clima omertoso intorno a quello che è per gli investigatori un atto intimidatorio contro la Chiarazzo: la donna in passato è stata coinvolta in inchieste sullo spaccio di droga in città. Si è cercato di tenere nascosto il raid accaduto la notte tra sabato e domenica, poco dopo le due. Anche la stessa proprietaria di casa ha cercato di celare i segni dei due colpi di pistola sparati dentro la finestra. I fori nella serranda erano stati coperti con nastro adesivo. Non solo. I padroni di casa avevano avuto cura di coprire con lo stucco i segni della scheggiatura dei proiettili sotto il pavimento. L’avvertimento alla Chiarazzo (come sospettano gli investigatori) è stato scoperto solo grazie alla denuncia di una coppia di marocchini. Gli immigrati, residenti a Eboli, hanno trovato due fori da proiettile di pistola nella carrozzeria della loro automobile: uno nel lunotto e l’altro nella portiera posteriore. La vecchia Opel Astra era parcheggiata proprio in prossimità dell’abitazione della pregiudicata ebolitana. Secondo gli inquirenti si tratterebbe di un solo colpo. I fori sarebbero di entrata ed uscita. Per gli inquirenti il destinatario del messaggio non erano i marocchini, ma la Chiarazzo che, alle domande dei carabinieri, è caduta dalle nuvole.

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