IL REPORTAGE

La “Tav” del Diano è ferma da trent’anni

Nell’ 87 fu sospeso il transito sulla Sicignano-Lagonegro per l’elettrificazione

SALERNO - C’è qualcosa nel fischio di un treno che è molto romantico e nostalgico e pieno di speranza”: la sensazione, descritta da Paul Simon, da decenni non possono più provarla le persone che vivono in diverse aree della provincia di Salerno perché dalle loro parti i treni non passano più; e l’unica cosa che possono fare è guardare con malinconia quello che resta delle loro ferrovie abbandonate. In tutta la provincia sono tre le linee chiuse; e partendo dal nord la prima in cui ci si imbatte è la Codola–Sarno, poi scendendo a sud ci sono la Sicignano– Lagonegro e la Atena Lucana– Marsiconuovo (entrambe nate per collegare la provincia di Salerno con quella di Potenza).

Il paradosso Sicignano-Lagonegro. È il simbolo delle ferrovie abbandonate nel meridione e porta con se anche un carico di situazioni paradossali. Il primo tratto della linea, realizzata dalla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo venne inaugurato il 30 dicembre del 1886 e arrivava fino a Sala Consilina. Con il passare degli anni vi fu un susseguirsi di aperture delle nuove tratte: il 20 maggio 1887 si arrivò a Sassano-Teggiano, il 3 novembre 1888 a Casalbuono e finalmente il 25 maggio 1892 la linea venne inaugurata per intero con l’arrivo a Lagonegro. La Sicignano- Lagonegro nelle prime intenzioni progettuali era solo il primo pezzo di un progetto più ampio che prevedeva di collegare i territori campano e lucano con il sud della Calabria e Reggio attraverso il Vallo di Diano e la valle del Noce fino a Castrocucco (tra Praia e Maratea) congiungendosi ivi alla realizzanda Tirrenica Meridionale; il tutto era inserito tra le opere previste dalla Legge Baccarini del 1879, ma il tratto da Lagonegro in poi non venne realizzato. La linea ferroviaria veniva percorsa quotidianamente da 8 treni ed aveva anche un notevole numero di viaggiatori fino a quando nel 1987 venne chiusa per consentire di effettuare dei lavori di ammodernamento, con l’elettrificazione della tratta. Da allora sono trascorsi quasi 32 anni ma quei lavori non sono mai iniziati e la linea ufficialmente da allora non è stata mai chiusa, infatti risulta ancora attiva ed in attesa di esecuzione dei lavori. I binari della Sicignano - Lagonegro attraversano il Vallo di Diano, affiancando in quasi tutto il suo percorso l’Autostrada Salerno – Reggio Calabria e la statale del Vallo di Diano. Il percorso parte da un bivio, denominato Bivio Sicignano, posto a circa 2 chilometri dalla stazione di Sicignano degli Alburni, lungo il tratto Sicignano – Buccino della linea Battipaglia - Potenza e si svolge quasi del tutto in provincia di Salerno, sconfinando in Basilicata soltanto con il suo capolinea estremo di Lagonegro. La linea è a binario unico e non è elettrificata ed appartiene al compartimento di Napoli. Negli anni precedenti la chiusura circolavano otto treni al giorno per ciascun senso di marcia effettuati con automotrici sul tratto Salerno - Lagonegro. In trent’anni la linea ferroviaria è stata la promessa elettorale più gettonata e mai mantenuta ed è stata anche motivo di spesa di denaro pubblico per i numerosi studi di fattibilità commissionati per capire se, come e quando poteva essere riaperta. Negli anni scorsi è nato anche un Comitato per la riapertura della tratta ferroviaria. Qualche mese fa a far riaccendere la speranza di una possibile riapertura era stato il consigliere regionale Luca Cascone che, attraverso un post sulla sua pagina Facebook aveva annunciato l’imminente sblocco di una parte di risorse così da poter dare inizio entro il 2019 ai lavori. In questi 30 anni però tutto quello che è stato fatto lascia chiaramente intendere che non ci sia alcuna intenzione di far tornare il treno nel Vallo di Diano e prova di ciò è lo stato di abbandono in cui versano le stazioni, la rimozione di parte dei binari e di altre infrastrutture necessarie per il funzionamento della linea come ad esempio i ponti in ferro smantellati a Padula lo scorso anno.

Erminio Cioffi