«La strada e il sottopasso sono abusivi» 

La guerra di un residente contro i lavori delle Ferrovie: prima andava sistemata la rete fognaria

La strada e il sottopasso che sono stati realizzati da Reti ferroviarie italiane, la controllata delle Ferrovie che si occupa appunto di infrastrutture, per eliminare i passaggi a livello, sono costruzioni abusive. Lo denuncia Gerardo Fontanella, angrese che risiede a ridosso del cantiere. Le due opere sono state progettate in seguito a un accordo di programma del 2006, ma l’amministrazione comunale ha rinviato più volte il momento di prenderle in consegna a causa di anomalie riscontrate in fase di realizzazione. I lavori, però – secondo Fontanella – andavano bloccati sul nascere, perché intrapresi venendo meno a prescrizioni fondamentali.
Un braccio di ferro che il residente porta avanti da quando - iniziata la costruzione delle opere - la sua abitazione ha iniziato ad allagarsi. Negli anni Fontanella ha chiamato in causa l’amministrazione cittadina e gli enti sovracomunali, accumulando atti, documenti e portando alla luce una serie di falle nel progetto, molte riassumibili in queste parole: «Con riferimento al sottovia ferroviario, ferma restando l’ipotesi generale di sistemazione del canale San Tommaso, la realizzazione dell’attraversamento in parola, resta subordinata alla realizzazione delle opere di completamento della rete fognaria comunale ed alla dismissione del tratto iniziale di canale, oggetto di altra e separata progettazione». È quanto si legge in una nota emessa in tempi non sospetti dall’Autorità di Bacino del Sarno. Invece: quando Rfi inizia i lavori la rete fognaria comunale non è completa.
Nel 2015 la società si giustifica scrivendo di aver progettato il sottopasso “ipotizzando” il funzionamento dei collettori fognari. Negli anni vengono apportate una serie di modifiche con cui si risolve il problema degli allagamenti, ma senza ottenere tutti i pareri necessari ad effettuare gli interventi. E poi c’è la dismissione del primo tratto del canale San Tommaso, di cui si chiedeva una “separata progettazione” arrivata solo nel 2017, diversi anni dopo l’inizio dei lavori. Inoltre, il progetto di dismissione del canale non ha mai ottenuto il nulla osta del Consorzio di Bonifica.
Sulla questione si è espresso anche il Genio Civile di Salerno: nell’aprile del 2016 aveva avvertito che si sarebbe rivolto all’autorità giudiziaria “dovendosi ritenere abusivi gli interventi già eseguiti”, salvo poi cambiare completamente rotta e approvare il progetto di RFI scrivendo: «La soluzione proposta, a parere di questo ufficio, non sembra fornire sufficienti garanzie di perfetta funzionalità: purtuttavia occorre tenere conto del fatto che essa sembra, al momento, la migliore possibile».
Nel mirino di Fontanella c’è anche l’amministrazione guidata dal sindaco Cosimo Ferraioli, rea a suo dire di aver emesso e revocato ordinanze senza aver mai operato azioni concrete sulla questione.
Valentina Comiato
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