La storia di Antonio Dal vizio del gioco alla vera rinascita

Per la sua dipendenza stava perdendo anche gli affetti L’incontro con i volontari del Banco lo ha salvato

SALERNO. Sono tantissime le storie di drammi e disperazione che i volontari e gli operatori del Banco alimentare incontrano sul loro cammino: anziani soli a cui la pensione non basta, famiglie monoreddito, magari numerose, che non arrivano alla fine del mese, persone che si trovano ad assistere in casa un familiare disabile o malato. Tanti di questi, con dignità e forza, vengono supportati dal Banco.

Tra i volontari di Salerno si racconta una storia in particolare, quella di Antonio (nome di fantasia) operaio di una grossa fabbrica, legata ad una multinazionale. Antonio ha una vita serena, un lavoro soddisfacente, ma qualcosa non gira nel verso giusto: ha il vizio del gioco. Qualche anno fa inizia il suo calvario; nonostante il buon posto di lavoro ed un congruo stipendio, il vizio del gioco si insinua subdolo nella sua vita, facendogli perdere quasi tutto, anche gli affetti.

Antonio ha moglie e tre figli e la sua è la sola entrata che sostiene il nucleo familiare. Arrivano le prime difficoltà; Antonio perde soldi su soldi, si riempie di debiti, non arriva neanche a metà mese. Comincia un crollo verticale dal quale Antonio non riesce ad uscire. Una angoscia senza fine.

Antonio in un sussulto di orgoglio, chiede aiuto ad una sua amica che lo introduce subito agli operatori del Banco alimentare, che per una fortunata circostanza, conosce e frequenta.

Una domenica Antonio si presenta al banco per conoscere gli operatori e i volontari; confesserà in seguito che, oltre ad essersi presentato per richiedere un aiuto concreto, l’ha fatto anche e soprattutto per ricevere affetto, un abbraccio. Al Banco si sente accolto e non giudicato per quel vizio del gioco che lo ha condotto alla disperazione e quasi alla rovina.

Viene affidato immediatamente ad una struttura caritativa convenzionata; attraverso la struttura, riceve un piccolo aiuto alimentare ogni mese, ma soprattutto, rinnovando gli incontri con i suoi nuovi amici, capisce che lui non è il male che ha fatto.

Da allora, il protagonista della nostra storia frequenta con regolarità il Banco, non solo per ricevere un aiuto che gli permetta di vivere con dignità, ma anche per rivedere persone care, stare con loro, farsi accompagnare. Antonio dirà in seguito, condividendo la sua rinnovata serenità con i suoi nuovi amici, di aver compreso che, se si riceve, si deve poi dare. Piano piano ha iniziato a coinvolgere altri amici, che come lui erano in seria difficoltà, per aiutarli nelle cose concrete, la spesa ma soprattutto l’amicizia vera.

Da “aiutato” Antonio cambia completamente e inizia ad “aiutare”, partecipando da volontario alla Colletta Alimentare, grato a quegli amici che stanno facendo rivivere la sua vita. E’ proprio vero che anche dal male si può trovare una perla nella vita. E la vita di Antonio, sia pure con tante difficoltà, è rifiorita. (e.n.)

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