Salerno

La stangata sui tributi. Raddoppiati in 5 anni 

La tassa sui rifiuti rappresenta una delle entrate più consistenti del bilancio. Quest’anno i cittadini salernitani sono chiamati a versare oltre 41 milioni

SALERNO. Nell’arco di cinque anni l’ammontare delle tasse versate al Comune dai contribuenti salernitani è aumentato del 96,6 per cento. I dati dell’evoluzione della situazione finanziaria nella città di Salerno sono riportati nel Dup (Documento unico programmatico) 2018/2020, che è stato reso pubblico pochi giorni fa dall’ente comunale. In particolare a pagina 23, si trova la voce “Evoluzioni delle entrate correnti per abitante”, sotto la quale viene riportata una tabella contenente la serie storica delle entrate tributarie, riscosse dal Comune dal 2010 al 2016. Nel primo anno di riferimento, i salernitani hanno versato un ammontare di 76 milioni 650mila euro di tasse, cioè circa 555 euro pro capite, com’è riportato sulla stessa tabella. L’anno passato, nel 2016, il valore delle tasse pagate ha invece superato la cifra di 147 milioni 759mila euro, per un ammontare pro capite di 1.090,00 euro.
Certo, occorre considerare che i fattori influenti sull’andamento delle tasse versate sono svariati e di diversa natura. Come risulta dallo stesso Dup, la popolazione salernitana è in continua diminuzione da oltre 10 anni, questo vuol dire una diversa distribuzione del peso complessivo delle tasse sopportato da ogni contribuente. Guardando più nel dettaglio l’andamento dei tributi pagati a Salerno, riportato anche graficamente alla pagina 25 del Dup, si nota in realtà che il livello delle entrate tributarie non è aumentato in continuazione negli anni, bensì è rimasto abbastanza costante ai livelli odierni dal 2012, registrando aumenti poco significativi negli ultimi 4 anni. Il vero dato da sottolineare è, infatti, che le tasse dei contribuenti salernitani hanno registrato un’impennata di oltre 300 euro pro capite in un solo anno: dal 2010 al 2011. Un evento alquanto singolare, verificatosi a cavallo tra due anni in cui la crisi economico-finanziaria era sì ancora mordente, ma registrando una regolare stagnazione e non fasi di repentini stravolgimenti, come negli anni tra il 2007 e il 2009.
Cosa può aver provocato un simile incremento in un arco di tempo così limitato? Uno scenario probabile è che tra il 2010 e il 2011 il Comune abbia introdotto una nuova imposta, o comunque nuove tariffe per una tassa già esistente, incremento rimasto poi più o meno costante nel tempo, mantenendo infatti il livello delle tasse sempre stabile o leggermente più alto rispetto all’aumento record del 2011. Effettivamente, sfogliando i documenti contabili, viene fuori che almeno una tassa tra il 2010 e il 2011 ha subìto aumenti del 28 per cento delle tariffe. Si tratta della tassa sui rifiuti urbani. La Tarsu, oggi rinominata come Tari, rappresenta una parte cospicua di tutte le entrate tributarie. Quest’anno la Tari pagata dai salernitani ammonta a 41 milioni 378mila euro, e tra il 2010 e il 2011, l’allora Tarsu, subì un forte aumento delle tariffe. Nella delibera comunale n. 689/2010, approvata all’unanimità dall’allora giunta De Luca, si legge infatti che «le tariffe Tarsu debbono essere aumentate per effetto delle seguenti motivazioni»: le nuove disposizioni della legge 26/2010 introduce per i soli comuni della Campania «una profonda trasformazione del regime Tarsu, che incide su costi, modalità di riscossione e pagamento».
Tra le conseguenze più pesanti della legge c’è il taglio del «contributo di 40 euro a tonnellata per l’organico smaltito», con una perdita del Comune di Salerno di oltre 895mila euro. Inoltre, la decentralizzazione, dovuta al federalismo fiscale applicato in quell’anno, vedrà il Comune accollarsi altri importi per gestione di isole ecologiche, servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, per un totale di oltre 1 milione 175mila euro di spese in più. Insomma, una delle batoste fiscali più pesanti sembra essere arrivata proprio sui rifiuti, ambito in cui il nostro capoluogo è decantato in tutta Italia, specie riguardo la raccolta differenziata.
Marco Giordano
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