La Soprintendenza lascia il Diocesano

Scontro con la Curia per il pagamento delle utenze. Convocata un’associazione di volontariato per tenere aperto il museo

La Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici è pronta a dire addio al Museo diocesano. Il sodalizio con la Curia si è rotto, sia per motivi prettamente economici, che per divergenze di vedute con i vertici della diocesi salernitana. E dopo un periodo da “separati in casa”, gli esperti di beni culturali faranno le valigie per lasciare il posto ad una associazione di volontariato del centro storico a cui è stata di fatto già affidata l’apertura del museo almeno durante alcuni giorni della settimana e i periodi di maggiore affluenza turistica.

Nessun commento nè dal personale del museo (che, dopo il saluto dell’ex soprintendente Maura Picciau fa capo alla direzione regionale timonata da Gregorio Angelini), nè dalla Curia. All’origine della scelta di chiudere un rapporto lungo, che negli anni ha visto il museo protagonista di interessanti iniziative aperte alla collettività, un insormontabile problema di budget. La Soprintendenza non aveva più i fondi sufficienti per pagare le utenze della struttura che ha sede nell’antico ex seminario arcivescovile di piazza Plebiscito, dove insistono anche altri uffici della Curia.

Dopo i tagli imposti dal Governo, è diventato sempre più difficile fronteggiare i costi di gestione del museo, costi ai quali i vertici della diocesi salernitana non hanno voluto contribuire, sulla scorta della stessa motivazione: le casse sono a secco. Nel tira e molla, i toni, stando ad indiscrezioni, sono stati accesi. Il rapporto si è deteriorato ed alla Soprintendenza non è rimasta altra scelta se non quella di dare forfait, dopo che per un periodo il primo piano della struttura, dove sono conservate anche delle attrezzature per la manutenzione delle opere, è rimasto off limits. Da pochi giorni è subentrata una volenterosa associazione del centro storico, che mette gratuitamente a disposizione il proprio personale per tenere aperta la prestigiosa struttura di largo Plebiscito, anche se pare di capire che restano da definire accordi precisi su giorni ed orari.

Un problema risolvibile. Sembra essere invece meno facile la gestione della manutenzione e della cura dei pezzi, alcuni rarissimi, contenuti nelle stanze del museo, che in passato ha fruttuosamente aperto le porte (grazie alla spinta della Soprintendenza) a manifestazioni dedicate all’arte contemporanea, che hanno polarizzato l’attenzione di centinaia di appassionati oltre che di semplici curiosi. Il museo conserva al suo interno importanti testimonianze storiche del XII secolo e una serie di codici miniati del XIII e XIV secolo. Tra di essi spicca l’Exultet, un lungo rotolo di pergamena ricoperto di finissime miniature illustranti una preghiera omonima della Settimana Santa. Sempre decorato da miniature è un libro Pontificale databile al 1180 eseguito apposta per la cattedrale salernitana. Altro capolavoro in mostra è il Paliotto degli Avori Salernitani, unica opera eburnea dell’epoca quasi interamente conservata e raffigurante, in 67 formelle, scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.

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