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La Soprintendenza: «I box “sfregiano” il lungomare»

Per la Soprintendenza, il parcheggio interrato di piazza Cavour non si può fare. Il parere rilasciato dal funzionario Giovanni Villani, delegato dal numero uno di via Tasso Gennaro Miccio, non lascia...

Per la Soprintendenza, il parcheggio interrato di piazza Cavour non si può fare. Il parere rilasciato dal funzionario Giovanni Villani, delegato dal numero uno di via Tasso Gennaro Miccio, non lascia infatti spazio ai dubbi. Precisando l’esistenza del vincolo paesaggistico (l’area interessata dall’intervento dista sette metri dal mare), ribadisce che piazza Cavour «è parte rilevante e sostanziale del lungomare», area che andrebbe restaurata e riqualificata «quale irrinunciabile bene della collettività». Il progetto che prevede la realizzazione, in regime di project financing, di 220 stalli pubblici a rotazione, 16 privati e 90 box, aveva incassato l’ok della Commissione locale per il paesaggio, che Villani smonta punto per punto. «Il parere non convince - scrive l’architetto nella relazione fornita da Italia Nostra e Figli delle Chiancarelle che ne avevano fatto richiesta al Comune - Alcuni argomenti utilizzati sono contraddittori, altri non rispondono al vero, altri ancora sono immotivati apprezzamenti di carattere qualitativo e, in quanto tali, assolutamente discrezionali». Nel mirino finisce un ipotetico incremento del verde, il presunto miglioramento della facciata di Palazzo Sant’Agostino, ma anche la realizzazione di un pozzo e quella di ascensori, scale e rampe emergenti che invece interagirebbero con il paesaggio e la vista del mare. Il funzionario sottolinea poi l’impatto «determinato anche dalla fase di cantiere, la cui durata è prevista in circa due anni e mezzo»; «l’irreversibilità delle opere che, per natura e dimensioni, finirebbero per costituire un inaccettabile condizionamento per qualsivoglia futuro progetto di restauro e riqualificazione del lungomare»; «l’oggettivo ulteriore degrado dell’area, sfregiata da numerosi manufatti necessari per la sicurezza, la segnaletica e l’accessibilità del parcheggio, cui paradossalmente si aggiunge la monumentalizzazione dell’enorme presa d’aria emergente dal terreno e da cui spuntano improbabili alberi, situata nel mezzo della piazza»; «l’oggettiva soluzione di continuità, percettiva e funzionale, che l’intervento previsto determinerebbe nella passeggiata, ponendosi quale indebita e non eliminabile cesura del giardino lineare». Ma al di là della salvaguardia del paesaggio, è la sostanza a non convincere la Soprintendenza. Villani, infatti, stigmatizza anche «gli effetti indotti dalla localizzazione dell’intervento nel centro cittadino, tra cui l’intensificazione del traffico in una zona a vocazione pedonale e la barriera determinata dagli autoveicoli, in attesa sulla corsia d’accumulo, per l’ingresso al parcheggio». Per tutti questi i motivi, la Soprintendenza ha ritenuto che il progetto possa «incidere negativamente sul bene sottoposto a vincolo paesaggistico», con la «contaminazione anche simbolica di un elemento identitario, fortemente presente nell’immaginario collettivo della città e come tale percepito dai cittadini». Di qui il mancato rilascio del parere positivo al progetto che sarà rianalizzato in «un’ulteriore seduta di conferenza per l’esame delle eventuali osservazioni prodotte».

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