Motta replica alla francese 

«La sindaca ha fatto poco per la città» 

«Se mi nomina, vuol dire che al mio amo ha già abboccato». Il leader della minoranza Gerardo Motta rilancia alla sindaca Cecilia Francese gli strali ricevuti durante il comizio di sabato sera. E...

«Se mi nomina, vuol dire che al mio amo ha già abboccato». Il leader della minoranza Gerardo Motta rilancia alla sindaca Cecilia Francese gli strali ricevuti durante il comizio di sabato sera. E annuncia nuovamente che in piazza scenderà pure lui: «Lo farò nelle prossime settimane - dice - e accanto a me ci sarà l'opposizione al gran completo». Le parole della Francese fanno discutere. «Un comizio deludente - commenta l'imprenditore - che avrebbe fatto meglio a evitare».
Per Motta, la sindaca «ha parlato di tutto, fuorché dei veri problemi della città, lanciando accuse agli altri pur di non dire alla gente che, quando non si fa nulla, le valutazioni vanno fatte all'interno della maggioranza». Dure stoccate alla prima cittadina: «Un anno fa, parlava di amministrazione trasparente e giunte pubbliche, ma oggi la gente viene a chiedermi come fare per parlare con lei, che non riceve nessuno». Sul rendiconto all'insegna del risparmio, dice che «senza presentare il Peg, son bravi tutti» e aggiunge che «i frondisti non sono venuti in consiglio e Antonio Sagarese s'è astenuto, quindi all'’appello ne mancano cinque». Motta lamenta che «gli atti prodotti sono pochissimi» e, sull'accusa dei dieci emendamenti al bilancio sbagliati, replica: «Poi il dirigente Giuseppe Ragone mi diede ragione». S'aspettava parole diverse: «Avrebbe dovuto spiegarci, la Francese, perché ha rotto con Bruno Di Cunzolo e Fernando Zara, senza i quali non sarebbe venuta neppure al ballottaggio». La defenestrazione dell'assessore Giuseppe Provenza, per Motta, «è la fase finale d'una faida interna causata da un rigurgito di rinsavimento di alcuni consiglieri che le hanno semplicemente fatto notare che non si fa politica e che c'è un cerchio magico». (c. l.)