La sigaretta elettronica Un business che fa “moda”

Dopo il boom di inizio anno continuano a moltiplicarsi i punti vendita in città Scelta da molti per smettere col tabacco, la e-cigarette è diventata pure un vezzo

Tutto, almeno in Italia, è partito da Torino, circa due anni fa, quando due aziende - la Smooke e la Ovale - decisero di immettere sul mercato italiano la e-cigarette, la sigaretta elettronica, oggetto importato principalmente dalla Cina. Al Sud, dove si vive molto di più all’aperto e dove è possibile, anche d’inverno, sedere ai tavolini esterni di bar e ristoranti, il fenomeno ci ha messo più tempo ad diffondersi. Ma una volta arrivato, è stata subito mania. A ottobre 2012 il boom, a Natale il picco - di vendite e, ovviamente, di diffusione - ora si va verso una stabilizzazione del mercato. Da gennaio, solo in provincia di Salerno, sono sorti circa venti punti vendita - di franchising e di singoli importatori - i cui titolari hanno visto il loro investimento iniziale rientrare nel giro di poche settimane, se non di pochi giorni.

Nel primo mese del 2012 alcuni commercianti sono riusciti a incassare anche 1.500 euro al giorno. Il motivo di tanto successo risiede principalmente in due fattori: il primo è sicuramente legato alla promessa racchiusa nella sigaretta elettronica, quello di riuscire a diminuire nel tempo la dipendenza dalla sigaretta di tabacco; il primo è di natura squisitamente “modaiola”. La sigaretta elettronica è diventata subito un vezzo, che si sono cominciati a concedere anche coloro che non avevano mai gradito quella “standard”.

Ecco, allora che si sono moltiplicati gli aromi - alla rosa, alla menta, alla violetta, alla liquirizia - e con loro i negozi dove poter scoprire le nuove frontiere del “flavour”. Da non tralasciare l’aspetto economico della faccenda: una sigaretta elettronica, con tanto di primo flacone con 10 ml di liquido composto principalmente da nicotina acqua, glicole propilenico e glicerolo, al gusto che si preferisce, ha un presso che oscilla tra i 50 e i 75 euro. Una volta terminato il primo flaconcino, le ricariche hanno un prezzo davvero irrisorio: 5 euro, quanto più o meno costa un pacchetto di sigarette, con la differenza che un flacone equivale a ben 7 pacchetti. C’è un risparmio considerevole, quindi.

Dopo il boom iniziale, quando l’oggetto in questione è stato acquistato non soltanto da coloro che avevano intenzione di smettere di fumare - o per lo meno di diminuire il consumo di sigarette - ma anche da chi aveva intenzione di “togliersi uno sfizio”, ora alla e-cigarette si danno soprattutto i fumatori incalliti, preoccupati dai danni irreversibili che la normale sigaretta inevitabilmente causa. Il cliente medio dei punti vendita salernitani, ma presumibilmente di tutti, è uomo, sui 45 anni, che fuma più di 20 sigarette al giorno al giorno. E che tenta disperatamente di ridurre la sua dipendenza. Ecco allora che il primo acquisto è orientato verso flaconcini con un alta percentuale di nicotina al suo interno, con l’obiettivo, poi, di andare a scalare man mano. Fino a eliminare del tutto il vizio. Un utopia per molti che, purtroppo, benchè l’uso della sigaretta elettronica, continuano a non riuscirsi a separare completamente dalla compagna, tanto seducente quanto distruttiva, di tante serate, la vecchia sigaretta fumante tenuta tra le dita.

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