La sfida di Restivo va in scena a Salerno

L’unico imputato per l’omicidio Claps: «Dirò la mia verità in udienza pubblica». L’avvocato della famiglia di Elisa lo definisce un «macellaio»: «Ha saputo pianificare con lucidità anche i depistaggi»

SALERNO. Danilo Restivo vuole parlare e raccontare la sua versione dei fatti, ma vuole farlo in un’udienza pubblica, facendo spalancare i battenti dell’aula del tribunale di Salerno dove il processo d’appello (secondo grado di un rito abbreviato) si sta svolgendo adesso a porte chiuse. La richiesta è stata presentata ieri mattina dal suo avvocato, Alfredo Bargi, e I giudici della Corte di Assise di Appello decideranno martedì, quando si terrà la prossima udienza ed è previsto che inizino a parlare i difensori. «Chiediamo un’udienza pubblica per smentire ed evitare la diffusione di notizie false sulla sua condotta e sui suoi atteggiamenti – ha spiegato il legale – Restivo ha diritto ad essere ascoltato anche dalla stampa direttamente, poichè non è stato mai possibile fino ad oggi». Sull’istanza hanno però espresso parere contrario sia il pubblico ministero Rosa Volpe (che per l’unico imputato per l’omicidio della studentessa potentina Elisa Claps ha chiesto la conferma della condanna a trent’anni comminata in primo grado) sia la parte civile, rappresentata dall’avvocato Giuliana Scarpetta. «Questa richiesta andava fatta all’inizio del processo – ha commentato il legale della famiglia Claps – la pubblica accusa ha parlato a porte chiuse, io ho parlato a porte chiuse, perché solo Danilo Restivo deve parlare in udienza pubblica? La risposta ve la do io, vuol far sentire solo la sua campana. Quella fatta dai suoi legali è una mossa proceduralmente scorretta, che mi lascia perplessa. Un conto sarebbe stato chiederlo all’inizio del procedimento, come ritualmente doveva essere richiesto, ma francamente aspettare che la pubblica accusa e le parti civili abbiano terminato di parlare e poi fare la richiesta di continuare il processo a porte aperte non ci pare giusto». Indignata la reazione della mamma di Elisa, Filomena Iemma, che dopo aver ascoltato la richiesta di udienza pubblica è uscita dall’aula. «Parlate con l’avvocato Bargi, il difensore di Restivo – ha detto ai giornalisti che le chiedevano lumi su quanto stava accadendo in udienza – Io le mie dichiarazioni le farò alla fine del processo».

Martedì, dopo che il Tribunale avrà sciolto la riserva sulla richiesta dell’imputato, toccherà alle arringhe dei difensori, per arrivare entro il 28 aprile all’emissione della sentenza. Ieri l’avvocato di parte civile ha definito Restivo un «macellaio», un «sadico» in possesso di una «lucidità impressionante capace di pianificare anche i depistaggi». Un intervento, quello della Scarpetta, che ha chiamato in causa anche la famiglia di Restivo, accusata di «sapere tutto sin dal primo istante». Un altro legale dell’imputato, Marzia Scarpelli, ha invece parlato ai cronisti di difficoltà legate al regime detentivo nel carcere di Fuorni: «È stato complicatissimo riuscire a fare dei colloqui – ha detto – Restivo ha vissuto una settimana in un regime di semi isolamento, impossibilitato anche a ricevere gli indumenti di biancheria intima. Abbiamo difficoltà anche ad avere scambi di carteggio. Nessuna protesta ufficiale, ma abbiamo rappresentato alla direzione che era opportuno svolgere i colloqui in maniera tranquilla». (re.cro)

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