l’insediamento del governatore

La scure della Severino, ultimo atto Nel mirino lo stop alla sospensione

SALERNO. Andrà in scena oggi al Tribunale di Napoli – prima sezione, giudice relatore Roberta Di Clemente – l’ultimo atto della lunga querelle “Severino”. Quella che ha inchiodato il presidente della...

SALERNO. Andrà in scena oggi al Tribunale di Napoli – prima sezione, giudice relatore Roberta Di Clemente – l’ultimo atto della lunga querelle “Severino”. Quella che ha inchiodato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca sulla corda fino alla sua assoluzione definitiva. A Napoli, questa mattina, la partita sarà tutta giurispudenziale. Ma se dovesse andare di traverso accenderebbe nuovamente i riflettori sul caso che ha tenuto con il fiato sospeso i giuristi e anche gli avversari politici dell’ex sindaco di Salerno.

La partita la giocano da una parte l’avvocato Arnaldo Miglino per conto dell’ex segretario provinciale di Sel, Franco Mari e i giudici del Tribunale di Napoli. Miglino e Mari infatti hanno riassunto il procedimento – dopo la sentenza della Corte Costituzionale – insieme, tra gli altri, all’avvocato dei grillini Stefania Marchese, puntando l’indice proprio contro i giudici partenopei, rei di aver rimesso in sella, con un provvedimento d’urgenza, il governatore De Luca sospeso, dopo la sua elezione, dall’ex premier Matteo Renzi perché in conflitto con quanto pronunciato dalla legge Severino. I giudici adottarono quel provvedimento, su ricorso dello stesso De Luca e sulla base di un sospetto di incostituzionalità della Severino. Ma fu proprio la Consulta a stabilire, che al contrario, la legge era costituzionalmente corretta e dunque De Luca doveva essere sospeso.

Cosa avrebbe comportato? La paralisi delle attività di programmazione della Regione Campania e addirittura il ritorno alle urna. Per non parlare delle conseguenze politiche del caso. Alla fine De Luca è stato assolto dal reato di abuso d’ufficio e la materia del contendere esauritasi. Tutto finito? Ma che. Proprio per il fatto che la Consulta si era pronunciata favorevolmente sulla bontà della legge Severino, per l’avvocato Miglino quel “sospetto di incostituzionalità” e il relativo provvedimento d’urgenza, vengono meno. Insomma un errore, quello commesso dal Tribunale di Napoli, che se dovesse essere riconosciuto oggi potrebbe rendere tutti gli atti prodotti da Vincenzo De Luca fino al giorno della sua assoluzione, nulli.

Sarà un po’ difficile che ciò accada. Ma se per un attimo si immagina quali potrebbero essere le conseguenze, allora si aprirebbe un baratro nel quale, per ragioni diverse, chiunque potrebbe fare ricorso e pretendere l’annullamento di atti prodotti in tutti questi mesi. Una rivoluzione che alla vigilia di un congresso nazionale del Partito democratico e in prospettiva di elezioni Politiche, sarebbe un vero e proprio boomerang per il partito e per il governo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA