La scuola sulle barricate, studenti e precari protestano

Studenti e comitato dei precari hanno inscenato una rumorosa protesta davanti ai cancelli. Il preside Vairo al megafono spiega le ragioni del disagio. Appena 7 bidelli per 1580 studenti. Lanciato un ultimatum per l’integrazione dell’organico

• Un inizio anno scolastico tra le barricate per docenti, personale Ata, dirigenti e anche per tanti studenti. I tagli agli organici, che quest’anno hanno raggiunto il loro picco massimo, si sono manifestati in tutta la loro drammatica realtá ieri, quando diversi plessi - soprattutto nella provincia - sono rimasti a porte chiuse perché, di fatto, non c’era chi poteva aprirle. Una falsa partenza, quella di ieri, per la scuola salernitana - privata quest’anno di circa 400 unitá lavorative solo tra collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi - che ha fatto registrare i maggiori disagi proprio nel centro cittá, allo storico liceo scientifico "da Procida" dove, per carenza di bidelli, il preside Antonio Vairo ha istituito una turnazione tra le classi.

L’istituto al centro del rione Carmine è stato scelto come luogo simbolo della protesta contro i tagli del Governo e così ieri mattina, davanti ai suoi cancelli, si è riunito il grande popolo degli indignati, questa volta composto non soltanto da precari ma anche da tanti under 18 che, allo stato delle cose, si vedono privati della possibilitá di vivere il loro tempo tra i banchi in piena sicurezza e tranquillitá, nonché di un’istruzione di qualitá. Il comitato insegnanti e Ata precari era, come sempre, in prima linea e al suo fianco è sceso anche il preside dell’istituto Vairo che, megafono alla mano, in cima alla scalinata che conduce all’ingresso del liceo, ha illustrato l’attuale situazione che vige nella scuola: sette collaboratori scolastici per 1580 studenti.

Numeri, questi, che sfiorano il ridicolo - a maggior ragione se vengono paragonati a quelli registrati in scuole come il liceo classico "Tasso" (retto dal preside Salvatore Carfagna, padre del ministro - ndr) dove gli alunni sono poco più di 800 e i bidelli in servizio sono 10, o il liceo artistico "Menna" dove i ragazzi sono circa 500 e i bidelli sono 8 - e che hanno obbligato il dirigente a una scelta drastica. Che potrebbe essere rivista solo se l’Ufficio scolastico regionale, e prima ancora il Ministero della Pubblica istruzione, si dirá disponibile a destinare alla scuola in questione qualche unitá aggiuntiva.

Il preside punta ad ottenere per lo meno altri quattro collaboratori ma non è un granchè ottimista sulla possibilitá che le sue richieste vengano ascoltate: «E anche con quattro bidelli in più, che comunque non sono stati confermati, la situazione sará comunque problematica - afferma - perché la scuola è grande i gli studenti sono tanti». Per ora quindi, e per lo meno fino a lunedì prossimo quando dovrebbe arrivare una prima risposta dall’Ufficio scolastico provinciale, gli studenti seguiranno lezioni a singhiozzo: i giorni dispari entreranno le sezioni della sede centrale dell’istituto, i giorni pari quelle che fino all’anno scorso facevano parte del distaccamento di via Urbano II, attualmente chiuso. Il dirigente ha messo come "deadline" il prossimo 24 settembre: se entro quella data non si sará mosso nulla, sará obbligato a prendere decisioni ancora più drastiche.

• Gli studenti, ovviamente, sono in mobilitazione: ieri pomeriggio, in piazza Portanova, nel centro cittá, alcuni di loro hanno inscenato una protesta a suon di tamburelli e coperchi. "Cambiamo musica: adesso ve le suoniamo noi!", questo lo slogan che campeggiava sullo striscione a firme Unione degli studenti. Oggi i ragazzi che non entreranno saranno comunque davanti ai cancelli della loro scuola per un sit-in di protesta finalizzato a sensibilizzare sul problema.
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