SALERNO

La scuola è senza soldiIl preside minaccia di chiuderla

Caos all'istituto Amendola. Il preside Emidio Gallo scrive al Presidente della Repubblica: "Non ci sono soldi per le supplenze, se non arrivano i fondi tra un mese sarò costretto a chiudere la scuola"

Non più di un altro mese. Tanto può reggere ancora l’istituto tecnico commerciale Giovanni Amendola, prima di sospendere le lezioni per mancanza di personale docente. Lo denuncia il preside Emidio Gallo, che spiega di non avere più soldi per le retribuzioni dei supplenti e minaccia di chiudere i battenti se dal Ministero dell’istruzione non arriveranno subito nuovi fondi. «Possiamo aspettare al massimo i primi giorni di marzo - dichiara - ma se non avrò rassicurazioni sarò costretto a chiudere la scuola». Martedì ha inviato una lettera a presidente della Repubblica e prefetto, annunciando la "serrata" e spiegando di non avere scelta.
Le difficoltà riguardano il pagamento delle supplenze iniziate dopo l’1 gennaio, quelle che, in base alla normativa, sono a carico dei fondi scolastici. Per questo capitolo di spesa l’istituto di via Lazzarelli ha ricevuto dal Ministero una dote di 18.250 euro, troppo poco per fare fronte alla sostituzione dei cinque docenti in malattia o congedo. «Con questa cifra potrei pagarne sino alla fine dell’anno solamente uno - calcola il dirigente scolastico - E ai miei ragazzi che dico? Di andare a farsi insegnare le altre materie in una scuola privata?». Le discipline interessate vanno dall’italiano all’economia aziendale e all’informatica, e ancora educazione fisica e geografia economia. «Ora stiamo assicurando la didattica con i supplenti, ma da marzo non sarà più possibile. Dispiace ma non ho altra scelta: chiuderò i cancelli e attuerò una sorta di serrata, perché in questo modo le disposizioni governative stanno violando la Costituzione e ledendo il diritto alla formazione, che per me è il diritto dei diritti».
Sulle spine ci sono circa ottocento alunni, tra ragazzi dell’orario ordinario e studenti dei corsi serali.Con loro lavora un organico di ottanta docenti di ruolo più una quindicina che spalmano il loro monte orario su più scuole. Con l’inizio del 2009 uno ha ottenuto il part time e altri quattro hanno chiesto un lungo periodo di congedo: chi per malattia, chi per congedi parentali o ragioni professionali, quali la vincita di un dottorato di ricerca all’Università.Conti alla mano, l’Amendola si è trovato a non poter coprire la spesa.
«Che non poteva funzionare lo avevo già previsto quando ho visto il finanziamento ministeriale - sottolinea il preside Gallo - Secondo me il ministro Gelmini è stata presa da una sorta di ubriacatura da decreto Brunetta. Ha pensato che dopo il giro di vite sui "fannulloni" nessuno si sarebbe più ammalato e non ci sarebbe stato bisogno di supplenze, ma ha dimenticato le leggi dello Stato, che garantiscano la possibilità di assentarsi anche per altri motivi, come l’assistenza a un familiare disabile o la paternità».Da qui la discrasia tra la somma a disposizione e quella necessaria. E la minaccia - «concreta», assicura il preside - di chiudere la scuola.