La scelta di Raffaella, mamma coraggio 

Affetta da una patologia rara, giovane salernitana decide comunque di dare alla luce una bimba

SALERNO. Nulla poteva scoraggiarla ad avere un figlio, tanto da affrontare la gravidanza nonostante la malattia rara di cui soffre poteva esserle fatale. E quella volontà è andata oltre, con la scelta di un parto naturale, per vivere più intensamente la nascita di un figlio. È stata la scelta coraggiosa di Raffaella La Manna, 31 anni, giovane neo mamma di Salerno. Un test genetico le aveva fatto scoprire di essere affetta da una malattia cerebrale rara che l’espone alla possibilità di ictus continui. In queste condizioni, altre avrebbero potuto pensare di evitare la gravidanza. Ma la promotrice finanziaria e moglie di un avvocato non ha avuto dubbi.
Raffaella scopre di essere affetta da Cadasil (Cerebral autosomal dominant arteriopathy with subcortical infarcts and leukoencephalopathy), a seguito del test del Dna effettuato all’Irccs Carlo Besta di Milano, dove era finito in cura il padre dopo aver peregrinato per anni nei reparti di neurologia degli ospedali salernitani senza che nessuno gli avesse diagnosticato la malattia rara. La Cadasil è un’arteriopatia cerebrovascolare autosomica dominante con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia. Si eredita, ed è caratterizzata dalla comparsa, intorno alla mezza età, di ictus ischemici ricorrenti, disfunzione cognitiva, e in alcuni casi anche emicranie. Dalla scoperta della rara arteriopatia a quella di essere in dolce attesa passano poche settimane. Raffaella non esita e sceglie di portare avanti la gravidanza affidandosi ad uno dei migliori centri nascite dalla Regione ove ci sia anche la Tin (la Terapia intensiva neonatale) e un reparto di rianimazione. «La scelta della clinica Malzoni - ricorda Raffaella - è stata per me scontata perché è tra le prime in Italia per la bassa percentuale di parti cesarei ed io avevo bisogno di un parto naturale per abbassare i rischi per la mia salute e quella del piccolo che portavo in grembo». Così opta per la clinica di Avellino e si affida alle cure della ginecologa Annamaria Malzoni. «Ho cercato quella struttura dove il parto naturale è una regola e non un’eccezione, come capita in molte realtà campane», aggiunge Raffaella. L’attenzione si sofferma quindi sulla clinica privata dove i parti naturali sono l’85% dei circa 1200 annui. «Ho portato avanti una gravidanza tra continui controlli, cure farmacologiche e visite nerurologiche perché volevo qualcosa di veramente naturale per la mia bimba». A 42 settimane e dopo circa 12 ore di travaglio in sala parto, l’equipe multidisciplinare, che da settimane seguiva la “speciale” paziente, coordinata dal primario di anestesia Sergio Pascale, decide per un’analgesia epidurale. E così Raffaella dà alla luce una splendida bimba di quasi tre chilogrammi. «È stato un parto bellissimo, un’esperienza stupenda, indescrivibile», ricorda Raffaella.
«Esistono pochi studi su donne in gravidanza affette da Cadasil - sottolinea Sergio Pascale, primario di anestesia - e in Italia abbiamo un solo precedente. Dunque, scientificamente, brancolavamo nel buio e senza certezze. Dopo diversi confronti con i neurologi del Besta che seguono la paziente per provare a tracciare un quadro di probabilità, eravamo pronti a tutto».
Salvatore De Napoli
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