«La rottamazione si addice ai politici non ai sacerdoti»

Il monito di monsignor Vece durante la messa crismale «Occorre maggiore comunione tra preti giovani e anziani»

Al via nella cattedrale di San Matteo di Salerno le celebrazioni del triduo pasquale. Nella mattinata di ieri, l’arcivescovo Luigi Moretti ha presieduto la santa messa crismale. Il presbiterio dell’arcidiocesi ha partecipato numeroso alla liturgia che fa memoria proprio dell’istituzione del sacerdozio da parte di Gesù. All’inizio della celebrazione, è stato monsignor Andrea Vece a prendere la parola per un saluto all’arcivescovo, a nome di tutti i sacerdoti. «Non so perché abbiamo scelto me – ha detto don Andrea – forse perché sono un sacerdote anziano, che è stato parroco per 46 anni a Madonna di Fatima ed ora è viceparroco ma continua il suo impegno. Anche a questa età (a luglio compirà 85 anni, ndr) si può andare in missione. Dopo Pasqua andrò nello Zambia, mentre a febbraio sono rientrato dal Congo. Noi parroci anziani dobbiamo ricordarci che la nostra missione sacerdotale non finisce mai. La rottamazione si addice agli amministratori, non ai sacerdoti».

Poi la richiesta di una «maggiore comunione tra i sacerdoti anziani e i giovani. Dobbiamo riconoscere che ce n’è bisogno». La sua conclusione è tutta dedicata al papa e all’arcivescovo. Del primo don Andrea ha detto «che è un altro miracolo della Provvidenza di Dio, che riapre la Chiesa alla sua dimensione missionaria, ai poveri». A monsignor Moretti ha rivolto invece l’invito a recarsi con lui in Africa: «L’anno prossimo nello Zambia apriremo una grande e moderna scuola. Vorrei che ci fosse lei al taglio del nastro».

Nell’omelia, l’arcivescovo ha rivolto un saluto a tutti i sacerdoti che per motivi di salute non hanno potuto partecipare alla celebrazione in Duomo. Poi si è soffermato sul significato della giornata: «Rinnoviamo la nostra professione di fede in Gesù e vogliamo unirci a Pietro per dire: Signore tu sei il figlio del Dio vivente, sei il dono che il Padre fa ad ogni uomo, a tutta l’umanità. Tu sei il Buon Pastore che conosce ciascuno di noi, che non ha paura di lasciare le 99 pecore nel recinto per ritrovare quella smarrita». Poi ha ricordato il valore delle promesse sacerdotali: «Siamo qui per rinnovare il nostro sì al Signore, un sì grato. Perché non siamo noi che abbiamo scelto lui, è lui che ha scelto noi». Infine il rito della benedizione degli oli, che dà il nome alla messa crismale. L’arcivescovo ha consacrati l’olio dei Catecumeni, l’olio degli Infermi e il Crisma, ovvero l’olio misto a profumo che viene utilizzato nei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’ordinazione sacerdotale. Ieri sera, invece, è stata celebrata la messa in Coena Domini, che fa memoria dell’istituzione dell’Eucaristia con il rito della lavanda dei piedi.

Paolo Romano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

GUARDA LA FOTOGALLERY

E COMMENTA SU

WWW.LACITTADISALERNO.IT