La ricerca incontra le imprese 

Ha preso il via ieri all’Università di Salerno la nona edizione della Borsa

Da ieri e fino a domani al campus di Fisciano si terrà la IX edizione della Borsa della Ricerca. L'evento, promosso dall’Ateneo salernitano e dalla Fondazione Emblema, intende favorire il trasferimento tecnologico e il sostegno economico alla ricerca. Ogni anno, infatti, tanti delegati del mondo aziendale e universitario (gruppi, dipartimenti, spin off) e start up e investitori (pubblici e privati) si incontrano e si confrontano creando nuovi ambiti di collaborazione e approfondimento. La mission principale del Forum è la realizzazione di un vero e proprio hub di sistema a sostegno dell’innovazione e della crescita del sistema paese, in grado di coinvolgere il maggior numero possibile di istituzioni politiche e civili e dando evidenza delle diverse potenzialità dei territori. Alla presentazione, moderata da Giuseppe De Filippi, vicedirettore del TG5, ha introdotto i lavori Tommaso Aiello della Fondazione Emblema coordinatore della Borsa della Ricerca. «Oggi la partita è sui servizi – ha detto Aiello– e il placement si basa sulla preparazione, le soft skills e le relazioni». Per Pietro Campiglia delegato del rettore, «è un momento fondamentale in cui vi è l’incontro tra il mondo dell’impresa e della ricerca che spesso non dialogano. Il tentativo – ha spiegato – è quello di farli dialogare e trovare punti di incontro per far sì che le attività di ricerca, svolte nei 32 atenei partecipanti all’evento, interlocuiscano con le piccole e grandi imprese. Le imprese hanno bisogno di figure professionali per poter attuare l’innovazione, ecco perché alla Borsa si dà spazio ai migliori dottorandi, ai migliori assegnisti di ricerca. L’università deve investire nella formazione, sulla ricerca e infine sul trasferimento tecnologico». Presente anche Silvia Peschiera di IBM Italia, per la quale «occorre che il mondo dell’impresa e dell’università si parlino e si contaminino a vicenda, e da entrambi i lati qualcuno deve imparare. Non è necessario che l’industria formatti la ricerca ma è necessario che ci siano momenti comuni in cui gli studenti che decidono di rimanere nel mondo della ricerca abbiano consapevolezza delle dinamiche di mercato. In IBM Italia parliamo di research & business ovvero di ricerca che deve andare incontro alle esigenze del mercato e della società. Stiamo lavorando a progetti che hanno come tematiche la longevità delle persone sul territorio italiano in ambito mobile per proteggere i dati sui cellulari che abbiamo in tasca. La contaminazione è importante, l’industria deve far ricerca e i ricercatori devono capire il contesto in cui si andranno ad inserire domani». Fulvio Musto, infine, ha puntato sui dottorati di ricerca affinché abbiano più voce in capitolo nei concorsi.
Antonella Citro
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