fonderie e valutazione ambientale 

«La replica dei Pisano? Fantasie» 

Il comitato “Salute e vita” censura le controdeduzioni sulla Via

«Pura fantasia»: commenta così il comitato “Salute e vita” le controdeduzioni inviate in Regione dal legale delle Fonderie Pisano, Lorenzo Lentini. Un documento messo a disposizione degli uffici regionali di via Generale Clark nel quale l’avvocato amministrativista definisce il rifiuto dell’Ente al rilascio della valutazione d’impatto ambientale (Via) alle fonderie come una colossale «svista». Non si è fatta attendere la replica del portavoce del comitato, Lorenzo Forte, che durante l’incontro di auguri tenutosi ieri mattina nella chiesa di Santa Maria dei Greci a Fratte, ha rincarato la dose. «Auguro a tutti i cittadini della Valle dell’Irno che questo 2018 si apra finalmente con un atto di giustizia e l’accertamento della verità sulle Fonderie Pisano» esordisce Forte, che poi si sofferma sulle affermazioni dell’avvocato Lentini. «La Regione Campania – sottolinea Forte – doveva compiere quest’azione già un anno e mezzo fa. L’avvocato delle Pisano cerca di rispondere con delle controdeduzioni che ci lasciano basiti e che raccontano solo una parziale verità. Un esempio? Si cita il diritto costituzionale al lavoro che verrebbe leso nel caso in cui le fonderie venissero chiuse. Ma dov’era quel diritto al lavoro quando la Procura, tramite il magistrato Carmine Olivieri, accusò le Pisano di mettere in pericolo la vita dei propri lavoratori non garantendo le più elementari misure di sicurezza e l’assenza di strumentazioni per la captazione dei fumi?».
In attesa delle prossime determinazioni di Regione e Procura, la mobilitazione dei residenti continua. Inoltre è prevista per il 17 gennaio l’udienza al Tribunale amministrativo di Salerno per il ricorso che i membri del comitato e dell’associazione “Presidio permanente” hanno presentatp proprio per sventare la “minaccia” di un eventuale rilascio della Via. «Tra poco più di quindici giorni saremo davanti la seconda sezione del Tar per ribadire quanto stiamo affermando da tempo – spiega l’avvocato Franco Massimo Lanocita – In caso di diniego definitivo da parte della Regione, tale procedimento perde di senso ovviamente, ma lo porteremo comunque avanti, nel caso di un improvviso dietrofront da parte dell’Ente. La situazione è molto complicata – conclude il legale – Al momento abbiamo due certezze sulle quali lavorare: la prima è che questo stabilimento non è più idoneo, essendo in un’area ormai urbanizzata. La seconda è che la previsione del Puc (piano urbaniastico comunale ndr) risalente al 2006, che prevede la possibilità di edificare case e uffici al posto dell’opificio, è comunque condizionata alla delocalizzazione dell’attività industriale. Un regalo della politica ai Pisano, ai quali però ora lo stesso consiglio comunale dovrebbe ricordare l’impegno di trasloco mai avvenuto».
Emilio D’Arco
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