TRASPORTI

La Regione rivede le tariffe, viaggiare costerà di più

Da Salerno a Napoli si pagherà 4,70 euro. La corsa urbana sale a 1,10 euro

SALERNO. Aumentano ancora le tariffe per il trasporto pubblico locale su gomma e non solo, in tutta la Regione Campania. Gli aumenti sono stati decisi appena due giorni fa, lunedì 8 maggio, giorno in cui la Giunta Regionale ha emanato il nuovo decreto dirigenziale n. 75 in ambito di «adeguamenti tariffari per i servizi di trasporto pubblico locale». «Si rileva che i biglietti di corsa semplice ed orari aumentano mediamente del 9,1%», si legge a pagina 6 dell’Allegato 2. Un aumento medio dei prezzi di oltre il 9%, a fronte di un tasso di inflazione Foi (Famiglie operai e impiegati) aumentato dell’1% nel triennio 2015-2017.

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Le nuove tariffe. In realtà la notizia non dovrebbe lasciare sorpresi salernitani e campani tutti, in quanto l’intenzione di aumentare le tariffe nel tempo era già stata resa nota dalla Giunta Regionale in un altro provvedimento. Nella delibera n. 408 del luglio 2016, si legge chiaramente che «tariffe regionali aziendali ed integrate saranno incrementate dell’8% medio dal 1 gennaio 2017», mentre per gli anni successivi, «sempre a far data dal primo gennaio, saranno incrementate del 2,6% medio annuo». Insomma gli aumenti erano già previsti, e a quanto pare ce ne saranno altri anche in vista degli anni 2018 e 2019. Per le corse urbane scompaiono del tutto i biglietti da 1 euro, che vengono sostituiti da quelli di 1,10 euro, con un aumento del 10%. Stessa storia per tutti gli studenti universitari del capoluogo salernitano, che dovranno pagare il nuovo biglietto per una sola corsa 1,20 euro, in sostituzione di quello da 1,10 euro. Viaggiare da Salerno a Napoli ora costa 4,70 euro, rispetto i 4,30 della tariffazione 2016, con un aumento sopra la media regionale del 9,4%. Tantissimi comuni della provincia salernitana sono stati interessati da variazioni tariffarie ben oltre la media campana, avendo subito anche un cambio di posizionamento tra le fasce tariffarie.


Il cambio delle fasce. L’Acamir (Agenzia campania mobilità infrastrutture e reti) è un organo che si occupa di studi e valutazione nell’ambito dei trasporti, incaricato con legge regionale n. 3/2002. Il monitoraggio eseguito dall’Acamir, e riportato nel documento allegato al decreto emanato lunedì dalla Giunta, riporta tra i motivi dell’adeguamento dei prezzi, la rimodulazione della fasce tariffarie. Queste infatti erano state stabilite considerando il territorio come un unico quadrato, diviso al suo interno in tante celle, le quali rappresentano la distanza minima da percorrere per compiere spostamenti tra una generica origine e una generica destinazione. L’Acamir sottolinea che «il modello delle distanze adottato non tiene conto delle reali percorrenze dei servizi di tpl. Questo approccio metodologico comporta, quindi, degli scostamenti rispetto alle fasce corrispondenti alle reali percorrenze delle linee». Infatti nel ricalcolo delle fasce, molte tratte salernitane hanno registrato aumenti esorbitanti. Salerno-Petina è passato da fascia AC7 ad AC8, e da un prezzo di 4,20 a 4,90 euro, con un aumento del 16%, rispetto al 9% regionale. Colpite le tratte molto usate d’estate da turisti e residenti, come quella Camerota-Sapri cambiata di fascia da AC4 ad AC5, cambiando il prezzo da 2,70 a 3,40 euro, con un aumento del 26%. Le tratte come quelle Perdifumo-Agropoli (solo 18 km di percorrenza) sono passate dalla fascia AC4 ad AC5, registrando un aumento tariffario del 33% da 1.80 a 2.40 euro.


Aumenti per fare cassa. Insomma, oltre l’inflazione, che sembra aver influito davvero poco, sono stati diversi i motivi di tale “adeguamento”. Oltre qualche «errore di valutazione delle fasce tariffarie», nel rapporto Acamir si legge anche di «esigenze territoriali, richieste aziendali, contratti di servizio». Prima tra tutte, l’esigenza di rientrare gli ingenti investimenti fatti per i miglioramenti qualitativi dello stesso servizio: l’acquisto di 102 bus (di cui 55 in fase di consegna e 47 in corso di aggiudicazione); è programmata, inoltre, per l’anno 2017 una ulteriore gara per l’acquisto di 305 ulteriori autobus. E ancora 12 nuovi treni jazz e 50 nuovi treni Eav. Gli aumenti non hanno riguardato abbonamenti mensili e annuali, per la volontà espressa nel decreto di «tutelare i pendolari e l’utenza di tipo sistematico».

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