IL CASO

La Regione “lascia” Andria: «Via dal Centro Europeo»

Palazzo Santa Lucia abbandona l’associazione: «Bisogna razionalizzare la spesa». Il presidente: «Dispiace, ma non c’hanno mai messo un euro»

SALERNO - «La Regione non ha mai corrisposto alcuna quota associativa in qualità di socio. La misura va bene per risparmiare in questo periodo difficile, ma non comprendo perché siamo stati coinvolti anche noi». È il commento di Alfonso Andria , ex parlamentare e presidente del “Centro Universitario Europeo Beni Culturali” che ha visto uscire l’Ente dalla composizione societaria. Le casse di Palazzo Santa Lucia non sono più così “pingue” come in passato. E, perciò, la Regione cerca in tutti i modi di risparmiare. E, allora, viene dato il via ad un “taglio” delle attività non ritenute indispensabili, come la «cessione, dismissione, soppressione o accorpamento delle Fondazioni regionali o a partecipazione regionale ». E in questo “repulisti” generale rientra anche il “Centro universitario europeo beni culturali”, con sede a Villa Rufolo di Ravello, costituito nel 1983. Un’associazione conosciuta in tutto il mondo che ha lo scopo di «contribuire alla realizzazione di una politica dei beni culturali, anche tramite attività di cooperazione europea, sotto il profilo della formazione e specializzazione del personale, della deontologia professionale e della consulenza scientifica, nonché della tutela, promozione e valorizzazione delle cose di interesse artistico e storico». E che ora, tra i suoi soci, non avrà più la Regione.

Le motivazioni della Regione. L’Ente di Palazzo Santa Lucia recede dalla sua partecipazione anche se non si riesce a comprendere appieno il reale motivo. Perché se l’obiettivo è quello di una «razionalizzazione delle partecipazioni in enti non di carattere strategico, anche al fine di riduzione degli oneri amministrativi per gli obblighi di controllo, vigilanza e trasparenza richiesti dalla normativa vigente in materia», il Centro universitario europeo non rientra in questa casistica, in quanto la Regione non avrebbe mai pagato nessuna quota, dal suo ingresso come socio fondatore nel 1984. E, dunque, non sarebbe mai stata esposta economicamente. Pertanto verrebbe a cadere il motivo principale a meno che la Regione abbia ritenuto la sua presenza nel Centro universitario europeo non “strategica”. Fatto sta che la Giunta vota all’unanimità «il recesso della Regione dalla partecipazione all’associazione Centro Universitario Europeo Beni Culturali» e demanda «alla direzione generale per le Politiche culturali e il Turismo gli adempimenti necessari successivi al provvedimento».

La delusione di Andria. Il disimpegno della Regione, tuttavia, non può definirsi un fulmine a ciel sereno, in quanto la notizia era già nota negli ambienti. Tuttavia la scelta lascia perplesso il presidente del Centro universitario europeo, l’ex parlamentare Alfonso Andria. «Continueremo a fare la nostra attività - evidenzia - con un po’ di dispiacere per questa defezione, perché io da ex amministratore di un Ente rilevante com’è stato la Provincia, mi rendo conto che la misura adottata dalla Regione va bene per risparmiare ma non riguarda il Centro universitario europeo che è una cosa diversa, perché non ha mai corrisposto nessuna quota associativa». E, a quanto pare, non valgono nemmeno le altre motivazioni addotte, in quanto, come spiega Andria, «il Centro si distingue per il fatto che tra i soci fondatori ha anche il Consiglio d’Europa e non è sottoposto al controllo della Regione ma della Prefettura». Da un punto di vista pratico, dunque, non cambierà nulla: «Continueremo - sottolinea Andria - come abbiamo sempre fatto a concorrere sui progetti regionali, in quanto avendo i requisiti di base e delle progettualità significative, riusciamo ad accedere ». Resta, però, la delusione dell’accantonamento.

Il tentativo con De Luca. Proprio per questo motivo Andria ha cercato di far tornare sui propri passi la Regione. «Ho parlato più volte con il vice presidente Fulvio Bonavitacola ». Ma Andria ha tentato anche un approccio diretto con il governatore Vincenzo De Luca . «Gli ho consegnato pro manibus, circa un anno fa una mia lettera esplicativa. E l’ho più volte invitato a Ravello per le manifestazioni del centro ma non è mai venuto. Io, comunque, continuerò ad invitare il governatore e anche gli assessori come è accaduto in tutti questi anni. E se riterranno, come in genere è sempre avvenuto, parteciperanno alle nostre iniziative», la conclusione di Andria.

Gaetano de Stefano