il caso

La rabbia dei residenti: «Le strade di Giovi sono un colabrodo»

Nella frazione alta i punti critici sono a Piegolelle e San Nicola e in via Beata Teresa di Calcutta

SALERNO. Una «corsa ad ostacoli»; un «patchwork»; si sprecano le definizioni che i residenti danno della strada che conduce dalla Clinica del Sole a Pastena (la via di Giovi, rinomata frazione di Salerno). Ridotta dalle intemperie e dalla mancata manutenzione ordinaria ad un colabrodo. E non solo. Infatti, in zona via Beata Teresa di Calcutta, la strada presenta crepe evidenti, col pericolo che la strada stessa sprofondi a valle. Ma andiamo per ordine. Si parte soft, con via del Belvedere che, partendo dalla Clinica del sole, accompagna l’automobilista fino al bivio che separa la strada per Giovi (e le sue innumerevoli sottofrazioni) da via degli Eucalipti. Da qui, per i residenti e per gli ammortizzatori delle loro auto si leva il dantesco verso «lasciate ogni speranza o voi che entrate». Non è una bolgia infernale, ma un colabrodo. Giovi Bottiglieri ha ancora una sua dignità. Rattoppi (tanti) ma una tenuta di strada sostenibile.

Arriviamo a Giovi San Nicola. Comincia il ballo. Buche, rattoppi con dislivelli anche di alcuni centimetri, in mezzo alla carreggiata. Davanti alla fermata in corrispondenza della parrocchia di Santa Croce e San Bartolomeo, il paesaggio è spettrale. Strada decente. Fermata, e relativo asfalto, dimenticati da Dio e dagli uomini. E si continua. Buche, rattoppi, collages di asfalto che, come da foto, a volte è stato completamente raschiato via. «Abito in frazione Giovi Piegolelle - esordisce sorridendo il signor Giuseppe Vicinanza - ed è una delle migliori. Ci sono, qui e da altre parti, tratti sconnessi a sufficienza per rompere i semiassi di una qualsiasi automobile, tutti i giorni». Chiediamo al signor Vicinanza quali sono le zone peggiori, lui ride di nuovo ed esclama: «Si va a tentativi.

Andando a Rufoli, incontrate buche che, se non si presta attenzione, ci si entra con l’intera automobile. La strada non è illuminata, e ci sono buche enormi». Ma, chiediamo, ci sarà una manutenzione? Il sorriso ironico del signor Giuseppe diventa una franca risata; si ricompone e spiega: «La manutenzione? La manutenzione viene fatta molto raramente, e male. Ogni tanto “tappano”. Ma sono tappi provvisori, che alla prima pioggia saltano, e ci ritroviamo con un buco peggiore del precedente. Abito qui dalla nascita, 44 anni, e ne ho cambiate di ruote, e ne ho sostituito di sospensioni».

Ovviamente la presenza di un fotografo non passa inosservata; un giovane, si avvicina e chiede: «Siete del Comune?» alla risposta negativa si abbatte. Si rianima, e molto, quando gli viene spiegato della “ricognizione”: «Mi chiamo Massimo Siniscalchi, e ci sono nato, qui - spiega - e per arrivarci, si deve fare un vero e proprio rally. Le strade sono in uno stato di abbandono indicibile, e se qualcuno, che magari vuole fare una escursione si avventura nella vera e propria zona collinare, si ritrova con la macchina bloccata. Noi, di Giovi, non esistiamo. Anzi, esistiamo soltanto quando ci sono le elezioni». Salutiamo, pensando di aver visto il peggio. Speranza vana. In direzione Pastena, via Beata Teresa di Calcutta la nostra attenzione viene attratta da una serie di crepe nell’asfalto. Un anziano sussurra: «State guardando la strada che se ne scende?». Si chiama Evangelista Parisi ed ha 87 anni. «Non c’è la minima manutenzione - si inalbera - vengono con la falciatrice, puliscono e se ne vanno. Se cade della terra, e ottura la conduttura, l’acqua piovana si ferma in strada, e noi camminiamo in un vero e proprio fiume di fango. Paghiamo tasse in abbondanza - conclude - ma la terra che cade, non devo toglierla io».