«“La Quiete” rischia di chiudere»

Pellezzano, grido d’allarme dell’amministratore. «Aspettiamo il saldo del 2012»

PELLEZZANO. Mancanza di fondi alla casa di cura “La Quiete” di Pellezzano, che ora rischia la chiusura. A renderlo noto è l’amministratore unico della struttura sanitaria, Leonardo Calabrese, che in una nota inviata anche a prefetto e questore, sottolinea l’inadempienza dell’Asl. «Non ci è stato corrisposto ad oggi – si legge nel documento - il 10% a saldo del 2012, sulla scorta di “cavilli” che non siamo riusciti a comprendere, perché mancanti di ogni e qualsiasi logica motivazione contabile. La criticità maggiore consisteva -e continua a consistere- nell'inadeguatezza del tetto di struttura che, ancora oggi, non ci consente di far fronte finanche all'ordinaria amministrazione».

«Nonostante si sia convenuto con la Regione, con apposito decreto – si legge ancora nella nota - che i ricoveri autorizzati per le strutture psichiatriche, nell'ultimo bimestre dell'anno, non costituiscono “tetto”, ci è stata fatta una decurtazione di tale portata, che ci costringerà a chiudere, a beneficio di quanti non hanno mai effettuato il filtro imposto dalla legge regionale n. 32».

Calabrese interviene anche sul Ce.di.sa. (il centro diagnostico salernitano) di cui è amministratore, chiedendo ulteriori spiegazioni «su perché – si legge nella nota - il tetto di fatturato della struttura è precipitato, dai 5.160.663,43 di euro del 2003, ai 2.752.290,52 di euro del 2012». A breve verrà chiesto l’intervento della Procura della Repubblica per indagare “sul depauperamento” che le due strutture sanitarie condotte da Calabrese avrebbero subito «per avvantaggiare - a suo dire - altri concorrenti».

Calabrese chiede, infine, di poter essere convocato dal prefetto insieme al direttore generale dell’Asl e ai sindacati a cui chiede «azioni celeri, incisive e fruttuose».

Mario Rinaldi