“La Quiete”, protestano i lavoratori

Tensione a Pellezzano: appiccati incendi fuori alla clinica di Calabrese dopo il fallimento del vertice in prefettura

PELLEZZANO. Esplode la rabbia degli oltre cento dipendenti della casa di cura “La Quiete” di Capezzano e del Ce.di.sa. di Fratte. La fumata nera dell’incontro in Prefettura tenutosi ieri ha causato lo sfogo dei lavoratori che assistono i pazienti affetti da disagi mentali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’assenza della proprietà de “La Quiete” e del Ce.di.sa nella persona di Leonardo Calabrese e quella degli esponenti dell’Asl Salerno 2 che erano stati invitati dal Prefetto per discutere eventuali soluzioni da trovare per affrontare la vertenza sulle sei mensilità arretrate che vantano i lavoratori.

Assente giustificato anche il sindaco di Pellezzano, Giuseppe Pisapia, che però in questa vicenda veste solo i panni del mediatore istituzionale tra le parti in causa. A seguito dell’incontro, al quale hanno partecipato solo una delegazione di lavoratori accompagnati dal segretario generale provinciale della Cgil Funzione Pubblica Angelo De Angelis, dal segretario confederale della Cgil Arturo Sessa, dal responsabile provinciale del settore sanitario Angelo Di Giacomo e dal segretario generale provinciale della Cisl Pietro Antonacchio, i lavoratori si sono recati davanti alla sede de “La Quiete” con l’intenzione di mettere a ferro e fuoco la struttura sanitaria. Nei pressi della casa di cura i manifestanti hanno incendiato cassonetti e altri materiali. Sul posto sono intervenuti i volontari della Protezione Civile, i vigili urbani e i carabinieri nel tentativo di calmare gli addetti.

Per spegnere l’incendio è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco, giunti sul luogo della protesta con un’autobotte per domare le fiamme che stavano aumentando di intensità. I lavoratori hanno iniziato ad inveire contro la proprietà de “La Quiete” e contro le istituzioni, accusandoli di averli completamente abbandonati al loro destino.

«L’assenza della proprietà de “La Quiete” e dell’Asl, che hanno disertato la riunione – ha dichiarato De Angelis – è stato un atto di vigliaccheria inaudita. Avevamo avvisato le parti in causa che se non si fossero presentate avrebbero dovuto assumersi la responsabilità di eventuali azioni di protesta da parte dei lavoratori, che in questo caso sono stati abbandonati senza fornire nessuna spiegazione e garanzia sul loro futuro».

«In Prefettura – continua De Angelis – abbiamo comunicato che tra circa 15 giorni ci sarà uno sciopero le cui forme e modalità verranno decise nell’assemblea che dovremmo tenere oggi. I dipendenti sono pronti a tutto perché sono esausti di queste inadempienze retributive». Il nodo da sciogliere riguarderebbe una situazione debitoria in cui sarebbe implicata la struttura sanitaria che avrebbe generato l’intervento di Equitalia a danno de “La Quiete”. L’ente di riscossione avrebbe pignorato alcune rimesse che la Regione doveva trasferire alla casa di cura per sanare un debito.

Intanto, il presidio continua davanti alla struttura sanitaria e per questa mattina è stata annunciata una protesta davanti alla sede dell’Asl a Salerno.

Mario Rinaldi

©RIPRODUZIONE RISERVATA