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La Quiete e Cedisa: accuse all’Asl

«Se continua l’assenza di risposte, pronti a gesti anche eclatanti»

PELLEZZANO. La proprietà, i dipendenti ed i collaboratori della casa di cura “La Quiete” e del centro diagnostico Cedisa, con una lettera inviata al direttore generale della Asl Salerno, Antonio Squillante, al presidente della giunta regionale, Stefano Caldoro, al sub commissario ad acta della Regione Campania, Mario Morlacco, e per conoscenza al Prefetto, al Questore ed ai sindacati Cgil, Cisl, Uil, attaccano la Asl per la vicenda dei pagamenti a dipendenti e fornitori dei due centri: «Permanendo l’intollerabile comportamento dell’Asl - si legge - non si escludono conseguenze deflagranti, quali occupazione di strade, uffici, ferrovie, anche a costo di incorrere in violazioni di legge, perché a tanto costretti da necessità vitali, non più differibili».

Nella lettera si sottolineano «le mancate risposte dai vertici locali delle istituzioni e gli enormi sacrifici di proprietà, dipendenti e collaboratori delle due società, i quali, sebbene stretti nella morsa della crisi economica, hanno trovato il modo, fino ad oggi, di sopravvivere, pagando interessi, diluendo i pagamenti dei fornitori e spalmando in più mesi gli arretrati dovuti ai dipendenti, salvando in questo modo tutti i posti di lavoro».

La protesta nasce da alcune considerazioni: «Ad oggi non è stato corrisposto il saldo del 10% relativo al 2012, ai sensi dell’accordo del 19 giugno del 2012, né il saldo di ottobre 2012 ed il pagamento delle prestazioni, urgenti e indifferibili, erogate nei mesi di dicembre del 2010, 2011e 2012, per cui si è dovuto ricorrere a ingiunzioni di pagamento, gravati di spese e interessi; non sono state pagate 1e prestazioni Pet/Ct rese nel 2012 per motivazioni pretestuose e quelle del 2013 - pur riconosciute e dovute - perché non è stata ancora adottata la delibera autorizzativa, benché siano già trascorsi cinque mesi. Intanto le strutture vengono quotidianamente svuotate di pazienti, dirottati - non sappiamo per quali interessi - verso strutture alternative».

La lettera conclude: «Per ottenere il pagamento delle spettanze ci vengono richieste note di credito anche per piccoli importi che ben possono e devono essere ricompresi nel 15% trattenuto a garanzia di errori di fatturazione e quant’altro. Ignorando che tale imposizione potrebbe configurare un comportamento estorsivo penalmente perseguibile».(re. pro.)

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