il caso

La pulizia della città «Servizio migliore con un unico gestore»

La Uil: «Disorganizzazione nello spazzamento e nella raccolta Gli operatori sono 650 e dalla Tari si incassano 41 milioni»

SALERNO. Salerno è sempre più sporca. Dai vicoli del centro storico al lungomare, dalle strade principali delle frazioni alte a quelle secondarie di gran parte della città, dal Carmine fino alla zona orientale. Eppure sono circa 650 gli addetti alle pulizie. E ogni anno, grazie alla Tari, l’amministrazione comunale recupera 41 milioni di euro. «È evidente che siamo di fronte a un problema di disorganizzazione - taglia corto Gerardo Bracciante della Uil- Sono anni che le rappresentanze sindacali unitarie di Palazzo di Città sostengono la necessità di riorganizzare il servizio, ma le nostre richieste non sono state finora ascoltate. Abbiamo cinque soggetti distinti che si occupano della pulizia: Salerno pulita, il Consorzio di bacino Salerno 2, Ecoambiente, i dipendenti comunali e le cooperative. Si tratta di un sistema non integrato, con il risultato che ci sono interventi sovrapposti sulle stesse zone e altre aree della città che invece restano totalmente sguarnite». L’esponente della Uil cita come esempio di città “integrata” Firenze: «Il servizio è affidato a una sorta di municipalizzata per la quale lavorano 1100 dipendenti, a fronte di 400mila abitanti e una media di 40mila turisti al giorno. I marciapiedi sono uno specchio, non c’è neppure una cicca di sigaretta, perché lo spazzamento viene effettuato due volte al giorno, mattina e pomeriggio. Con dei mezzi speciali si chiudono temporaneamente le strade al traffico pedonale per ripulire tutto e così la città è un vero e proprio gioiello».
©RIPRODUZIONE RISERVATA