La Provincia vende l’Archivio di Stato

Lo stabile rientra nel piano di alienazioni che sarà discusso oggi in Consiglio. L’ira delle associazioni: «Una vergogna»

La Provincia di Salerno mette in vendita il palazzo che ospita l’Archivio di Stato, in piazza Abate Conforti, per la somma di 16 milioni di euro. La conferma ci sarà questa mattina quando, durante il Consiglio provinciale, verrà messo ai voti il piano di alienazione che partirà ad inizio anno che prevede, appunto, la vendita di due caserme dei carabinieri e dello stabile che ospita l’Archivio di Stato di proprietà dell’ente ospitato a Palazzo Sant’Agostino. La notizia ha scosso non poco l’opinione pubblica tant’è che l’associazione Sunia, presieduta da Giuseppe Schiavone, ha deciso di fare appello a tutte le associazioni, ai gruppi, al mondo universitario, ai cittadini proponendo un incontro pubblico «per discutere eventuali iniziative idonee a bloccare questo assassinio costante e continuo degli spazi pubblici dedicati al sociale (vedi la vicenda di Spazio Donna) e alla cultura», questo quanto riportato ieri in una nota stampa diffusa dall’associazione.

Schiavone, nel suo comunicato, denuncia che la vendita dell’Archivio di Stato «dimostra che da parte degli organi responsabili della Amministrazione provinciale non esiste alcuna sensibilità al deposito di materiali della storia recente e meno recente di Salerno e della sua provincia, ma anche nessun senso pratico di fronte alla abbondanza di materiali documentari di cui dispone l’Archivio di Stato, che andrebbero dispersi in qualche deposito». E aggiunge: «L’Amministrazione provinciale, fra l’altro, non ha mai effettuato alcuna manutenzione straordinaria dello stabile che regge a stento alle continue infiltrazioni di acqua che interessano gli uffici e soprattutto la torre di deposito con conseguenze anche sul materiale ivi depositato. Un grido di allarme, insomma, quello lanciato dall’associazione nata proprio con l’intento di raccogliere materiale documentario sui fatti principali della storia recente di Salerno e della sua provincia.

Schiavone chiama quindi a raccolta tutti gli animi più sensibili e più legati al patrimonio storico-artistico della città per creare un fronte comune da opporre e «al rischio che possa andare avanti la procedura di vendita per futili e biechi motivi di cassa».

Tra i locali inseriti nel piano di alienazione che partirà ad inizio anno c’è anche, come detto, il complesso Sant’Anna al Porto di largo Pioppi dove l’Arma dei Carabinieri è stata già destinataria di «un titolo esecutivo di sfratto», come si legge nel documento.

L’edificio che ospita l’Archivio di Stato era, in tempi lontani, un palazzo giudiziario. Vi ha alloggiato la Regia Udienza risalente al periodo aragonese. Non si sa se vi abbia avuto sede fin dalla sua origine nel XV secolo, ma di sicuro vi si trovava nel 1637. Nel 1806, con la caduta della dinastia borbonica e l’avvento dei Napoleonidi, la Regia Udienza fu soppressa e sostituita da altre magistrature. Il palazzo fu scelto come sede del Tribunale di Prima istanza e della Gran Corte Criminale. Quando, nel 1934, gli uffici giudiziari si trasferirono nel nuovo Palazzo di Giustizia, l’antico edificio divenne sede dell’Archivio provinciale (in seguito Archivio di Stato), alloggiato, fino a quel momento, nel Palazzo d’Avossa in via Botteghelle. Al pianterreno dello stabile c’è la cappella di San Ludovico chiamata così per l’affresco venuto alla luce nel 2009, in seguito ai lavori per il restauro dell’ambiente fino ad allora usato come deposito. L'affresco trecentesco raffigura san Ludovico d’Angiò.

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