La protesta invade la città: 5.000 studenti indignati in piazza a Salerno

Salerno come Roma, Milano, Palermo e come tutte le altre cittá italiane, circa novanta, in cui, in contemporanea, si è svolta la rappresentazione del dissenso giovanile. «Una protesta che è contro una classe politica che non ci rappresenta - spiegano. E non ci protegge proprio laddove dovrebbero formarsi le nostre coscienze e il nostro spirito critico: sui banchi di scuola»

Fumogeni, sorrisi e coriandoli. Petardi e fischi. Sigarette e baci tra la folla. E poi tanti slogan, su striscioni dipinti con lo spray, e urla di protesta contro «un Governo che ci sta derubando del nostro futuro». Gli studenti salernitani hanno invaso con il loro entusiasmo e con la loro giovane e potente indignazione il centro cittá. In cinquemila, ma forse anche di più - provenienti dagli istituti superiori di Salerno e provincia - hanno risposto all’invito lanciato a livello nazionale dall’Uds, l’Unione degli studenti, a scendere in strada per manifestare «il malessere che serpeggia ormai da troppo tempo nei corridoi delle scuole pubbliche italiane», spiegano gli organizzatori della giornata.

Salerno come Roma, Milano, Palermo e come tutte le altre cittá italiane, circa novanta, in cui, in contemporanea, si è svolta la rappresentazione del dissenso giovanile. «Una protesta che è contro una classe politica che non ci rappresenta - spiegano. E non ci protegge proprio laddove dovrebbero formarsi le nostre coscienze e il nostro spirito critico: sui banchi di scuola». Di quella pubblica s’intende. Perchè quella privata, sottolineano, «è continuamente foraggiata dalle scelte governative».

In strada c’erano non solo gli under 18, ma anche qualche loro professore. Un fiume umano, lungo decine di metri, ha attraversato, impetuoso come solo i ragazzi sanno esserlo, le vie dello shopping cittadino.

I ragazzi si sono dati appuntamento a piazza Vittorio Veneto alle 9.30, e pian pian che ci si avvicinava al luogo prestabilito era come assistere al riunirsi di tanti affluenti - provenienti da traverse, in discesa dai bus o arrivati al centro di Salerno in treno o a bordo dei propri scooter - a un unico e grande tumultuoso corso d’acqua sprigionante energia.

Erano anni che in cittá non si vedeva qualcosa del genere. Segno che i problemi sono davvero tanti: l’edilizia scolastica in primis. «Le scuole cadono a pezzi, il 20 per cento degli edifici è costruito con materiale nocivo, l’80 per cento non risulta essere a norma - denunciano le associazioni studentesche. La vigilanza e la sicurezza non sono più garantite per via dei tagli agli organici. Per questo - scrivono in una nota i rappresentanti della Rete degli studenti - chiediamo la pubblicazione dell’anagrafe nazionale dell’edilizia e venti miliardi di euro per avere una scuola all’altezza dei nostri sogni».

Ma in discussione, per i ragazzi, vi è lo stesso diritto allo studio. «I costi per libri di testo, materiale scolastico, trasporti, attivitá extracurriculari continuano ad aumentare e frequentare la scuola è diventato un privilegio di pochi», denunciano. Didattica nuova: gli studenti chiedono «il biennio unitario, l’innalzato dell’obbligo scolastico a 18 anni, una didattica nuova che svecchi i programmi, investa sulle nuove tecnologie, abbandoni le lezioni frontali». E di non essere più considerati invisibili dalle amministrazioni locali. «Chiediamo anche - proseguono i rappresentanti della Rete - trasporti gratuiti e funzionanti, che si abbattano i costi per l’accesso alla cultura (cinema, librerie, biblioteche, mostre), che si creino spazi di aggregazione a disposizione degli studenti».

I ragazzi non intendono più subire questo stato di cose. «Se con i tagli volete continuare contro di noi dovrete andare», si leggeva su uno dei tanti striscione portati in corteo ieri. Su molti altri ad essere presa di mira era invece la gaffe di Mariastella Gelmini sui neutrini in corsa nel "tunnel" del Gran Sasso.

E con loro in piazza è scesa anche la Nodil Cgil di Salerno, con Antonio Capezzuto della segreteria provinciale, che aderiva alla Giornata mondiale per il lavoro dignitoso (World day for decent work), organizzata dall’Ituc, la Confederazione internazionale dei sindacati.

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