La proposta della Regione «Cediamo i crediti Tarsu»

L’idea è stata comunicata ai sindacati dopo lo sciopero di ieri mattina In questo modo i Comuni potrebbero saldare i conti con i Consorzi di bacino

NAPOLI. Ammontano a 1 milione e 200mila euro i crediti che i 551 Comuni campani vantano nei confronti dei loro cittadini che non hanno pagato i ruoli della Tarsu e della Tia (tassa e tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) nel biennio 2009-2011. Una cifra schiacciante, che non consente agli enti di far fronte ai debiti che, a loro volta, hanno nei confronti dei consorzi di bacino e delle società provinciali che gestiscono il ciclo dei rifiuti in regione.

La ricognizione cominciata dall’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, è quasi in dirittura d’arrivo. Al momento sono circa 350 i Comuni che hanno comunicato l’ammontare dei loro crediti. Per uscire da quella che sembra una situazione insanabile è stata avanzata una proposta al Governo centrale, attraverso il tavolo tecnico istituito un paio di mesi fa proprio su iniziativa di Romano. In sostanza si tratterebbe di cedere alla Cassa depositi e prestiti il cinquanta per cento di questa somma, per un importo di circa 600 milioni di euro; la Cassa potrebbe affidare quella somma ad un soggetto riscossore (ad esempio Equitalia) che, in un secondo momento, si andrà a rivalere sui cittadini attraverso recuperi coattivi. «Abbiamo già ricevuto un primo via libera da Roma – ha spiegato ieri l’assessore Romano – Una volta completata la ricognizione torneremo al tavolo tecnico per verificare se si può intervenire con una norma che favorisca questo processo».

Romano ha sottoposto la sua proposta anche alle organizzazioni sindacali che ha incontrato ieri in Regione, al termine di un corteo che si è snodato per il centro di Napoli al grido “La mafia siete voi”. Quasi tre ore di confronto nel corso del quale l’assessore regionale ha chiesto la collaborazione dei sindacati in questa difficile fase che porterà, dall’1 gennaio prossimo, la gestione del ciclo dei rifiuti nelle mani dei Comuni.

Sul piano occupazionale, Romano ha assicurato che si procederà a una rivisitazione della legge regionale numero 26 del 2010. Nello specifico si interverrà sull’articolo 13 del testo, nel quale sarà stabilito che tutti i lavoratori dei Consorzi dovranno essere assorbiti nel settore dell’impiantistica. Su questo punto l’assessore, che è anche sindaco di Mercato San Severino, ha punzecchiato quei Comuni che «continuano a servirsi di lavoratori interinali». «I Consorzi – ha ricordato – sono composti dai Comuni. Quando i liquidatori andranno via saranno loro a ritrovarsi con i debiti e con il personale in esubero». Un invito ad abbassare i toni e a cercare un dialogo che, finora, è risultato impossibile.

Le parole di Giovanni Romano sembrano aver convinto, però, i sindacati. «Se queste cose saranno effettivamente attuate – ha detto Domenico Merolla, segretario regionale della Filas – allora avremmo fatto un buon lavoro». Dopo lo sciopero di ieri il sindacato si mette quindi in posizione di attesa, offrendo alla Regione una tregua per il tempo necessario a concretizzare i buoni propositi.

A Salerno l’astensione dal lavoro programmata per ieri non ha avuto ripercussioni sul servizio di raccolta dei rifiuti. Nonostante lo sciopero dei lavoratori dei Consorzi di bacino, ieri mattina si è comunque riusciti a conferire nel sito comunale di Ostaglio i sacchetti di indifferenziato depositati l’altra sera.

Mattia A. Carpinelli

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