La Procura apre l’inchiesta su lidi ed aree portuali

I Finanzieri della sezione operativa navale hanno ispezionato tutti gli scali Acquisita documentazione sulle autorizzazioni negli uffici di Palazzo di Città

Questa volta a finire nel mirino della Procura sono gli stabilimenti balneari e le aree portuali. Riguarda il filone balneazione e portualità la nuova inchiesta tesa ad accertare eventuali irregolarità edilizie ed amministrative sia tra i lidi salernitani che tra le attività e le strutture che rientrano nel perimetro delle zone a ridosso del mare, compresi gli scali portuali, dal Masuccio al Manfredi, passando per l’area della Stazione Maritttima ed il Marina d’Arechi. A condurre le indagini, disposte dal procuratore aggiunto Erminio Rinaldi, sono gli uomini della sezione operativa navale della Guardia di Finanza di Salerno, che da settimane stanno passando al setaccio gli uffici di Palazzo di Città alla ricerca di documenti ed autorizzazioni necessari a ricostruire gli iter procedurali delle concessioni. Analoga documentazione, da quanto si è appreso, è stata richiesta agli uffici della Regione Campania e dell’Autorità portuale. L’acquisizione di faldoni cartacei non è l’unica strada che i finanzieri stanno percorrendo. Per fare le pulci alle strutture che ricadono nelle zone portuali, comprese associazioni, centri sportivi ed attività legate al mondo della ristorazione o dell’intrattenimento, sono stati effettuati già dei sopralluoghi a cui sono seguiti reportage fotografici ed approfondimenti tecnici tesi a stabilire eventuali abusi edilizi, eventuali illeciti amministrativi e procedurali, ma anche concessioni demaniali. Nel caso degli stabilimenti balneari, invece, primo filone da cui è partita l’inchiesta della Procura, le Fiamme gialle stanno verificando il rispetto dell’obbligo della certificazione dei corrispettivi compresi i cosiddetti servizi specifici noleggio beni (imbarcazioni e natanti). Si tratta di un adempimento ritornato in vigore due anni fa, che era stato, a suo tempo, soppresso per diverse motivazioni, quali quelle legate alla problematicità dei controlli nei confronti della clientela che solo raramente è in grado di esibire lo scontrino o la ricevuta, sia perché ha contratto – anche diversi mesi prima - un abbonamento, sia perché non ha conservato lo scontrino che è stato rilasciato all’inizio della prestazione. Da tenere presente che nessuna sanzione può essere più irrogata al cliente non in grado di esibire la ricevuta. Da qui il problema, per l’impresa, di dimostrare il corretto adempimento degli obblighi di certificazione . Dagli stabilimenti balneari l’inchiesta si è poi allargata a macchia d’olio, coinvolgendo anche le aree portuali, dove gli iter autorizzativi e procedurali da approfondire sono molto più complessi, riguardando una molteplicità di soggetti di riferimento.

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