«La picchiava e lei lo ha lasciato»

Choc a Mercatello. Parla una familiare: «Lì dentro c’era anche mio figlio»

SALERNO. «L’ho visto arrivare, stava davanti al portone, ma a me non mi ha fatto entrare». A raccontare è un’altra cognata di G.P., sorella della donna rimasta ferita a una spalla. «L’ho visto – ripete – stavamo tutti e due davanti al palazzo ma mi ha mandato via, ha detto che dovevo restare fuori. Ma chi lo poteva immaginare che aveva una pistola. Poi ho capito e sono scappata, ho avuto paura». Dentro, nell’appartamento al piano terra dove l’ex compagna di Antonio Memoli abita con i figli piccoli, si stava per consumare la tragedia. «Si conoscevano da quattro anni –spiega la familiare – ma era una storia finita. Lei lo aveva lasciato, più o meno quindici giorni fa, perché non ne poteva più dei maltrattamenti. Lui la picchiava, mia cognata lo aveva anche denunciato». Non era bastato. Quando lei ha deciso di dire basta e ha interrotto la relazione, l’uomo è stato accecato dalla gelosia e ha iniziato a perseguitare lei e la sua famiglia. «Andava anche da mia nipote che abita a via Marchiafava – continua il racconto della donna – alla fine anche lei lo ha denunciato, perché non se poteva più di questo continuo insistere perché mia cognata tornasse insieme a lui».

Ieri sera l’ultimo raptus e la tragedia. Poteva essere una strage, perché nell’appartamento di via Palinuro G.P. e l’altra donna non erano sole. La cognata ci pensa e la paura torna a salire: «In casa c’era mio figlio di quattordici anni, mia nipote e i bambini di mia cognata. Sono piccoli, parliamo di un bimbo di quindici mesi, di uno di sette e uno di quattro». Hanno sentito tutto, gli spari le grida, anche quell’ultimo colpo con cui Antonio Memoli si è tolto la vita mentre era ancora nell’appartamento.

La cognata di G.P. ricostruisce quello che ha appreso delle sequenze del dramma: «Non so quanti colpi ha sparato, forse quattro cinque. Prima contro una porta, poi contro i vetri, infine ha puntato l’arma verso mia cognata, ha ferito lei e anche mia sorella, che le si era messa vicino». Dalle prime notizie che ha sa che i proiettili avevano colpito la sorella a una spalla e l’ex compagna di Memoli a un piede. «Non sono gravi» dice. Invece si saprà poco dopo che un colpo di rimbalzo ha colpito G.P. alla testa e che i medici del “Ruggi” hanno dovuto ricoverarla in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione. (g.g.)

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