La Pasquetta al Castello Collina ostaggio di incivili

Nocera Inferiore, rifiuti abbandonati lungo i tornanti e cassonetti divelti La denuncia: sono state anche violate zone da tempo interdette al pubblico

NOCERA INFERIORE. Avranno sfamato una legione di soldati con le trenta colombe pasquali contenute nelle scatole ritrovate ammassate in un’aiuola del castello Fienga di Nocera Inferiore.

A darne conto è il gruppo Ridiamo vita al castello che, attraverso Facebook, denuncia in che modo è stato lasciato il polmone verde nocerino dopo la scampagnata del lunedì in Albis.

Una Pasquetta che sa di “invasione barbarica”. Nonostante il tempo inclemente, il parco Fienga è stato preso d’assalto. I residui lo dimostrano.

Lunedì in tanti hanno deciso di passarci qualche ora. L’accesso al castello era interdetto perché il secondo cancello era chiuso, ma il primo era aperto e in parecchi si sono fermati lungo i tornanti per consumare un pasto frugale o fare una passeggiata in montagna. Qualcuno più temerario, invece, ha scavalcato la recinzione e si è intrattenuto al di là del muro.

Chi è salito sulla collina si è però guardato bene dal mettere i residui dei propri bagordi in un sacchetto e gettarli in un cassonetto. Ha preferito lasciare tutto all’aria aperta. Ai cartoni rosa di una nota marca di dolciumi, si sono aggiunti tovaglioli bianchi e rossi – come quelli natalizi, il clima avrà ingannato i maleducati escursionisti – piuttosto che sacchi di carbonella, bottiglie di plastica e vetro, teli vari,piatti e bicchieri.

Una situazione che ha mandato su tutte le furie i responsabili di Ridiamo vita al castello, da tempo in prima linea per una manutenzione costante e un recupero definitivo della struttura.

«Sulla nostra meravigliosa collina – ironizzano i volontari del sodalizio culturale – succede anche questo: i rifiuti risorgono quasi a voler prendere vita! E allora sì. Ridiamo vita al rifiuto! Del resto a nulla è valso aver avvertito la politica del pericolo di vere e proprie “invasioni barbariche” che potevano verificarsi in questa nefasta ricorrenza chiedendo la chiusura dei cancelli per impedire almeno il libero ed indiscriminato scorrazzare di carovane di auto piene di ogni materiale che poi sarebbe stato lasciato in giro».

In effetti è servito a poco chiudere solo il cancello a ridosso della struttura. Ai responsabili di Ridiamo vita al castello è stato risposto che la «polizia locale è stata sollecitata» a sorvegliare, ma stando ai ritrovamenti non è servito poi a molto.

E quindi oltre che contro la politica che amministra, il dito è puntato anche contro i tutori della legalità: «È arrivato il momento di tirare in ballo anche le forze dell’ordine su questa noiosa faccenda dei rifiuti e del mancato controllo in collina, chiedendo ragione proprio a loro di questa irresponsabile assenza».

Parole dure che meritano una riflessione all’indomani di uno scempio ambientale ampiamente annunciato: «Noi continuiamo a chiederci perché su quella collina succedano certe cose. Visto che non scopriamo nulla di nuovo, ci chiediamo con rabbia perché certe cose vengano consentite anche se (come in questo caso) tristemente annunciate».

Probabilmente una soluzione potrebbe essere individuata anche nell’affidamento dell’area ad un’associazione in modo che nei giorni di festa possa tenerla aperta e gestirla per evitare il ripetersi di simili barbarie.

Intanto a Pagani, nonostante la prossima festa della Madonna delle Galline, continuano a regnare il degrado e l’abbandono a causa della presenza costante di discariche abusive che affliggono sempre di più il centro ma soprattutto la periferia. Via Taurano, Arena Pignataro, via Ferrante, via Tipaldi sono le aree in cui si registrano i più alti tassi di sversamento selvaggio.

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