il retroscena

La “pasionaria” dalla truffa facile

Rosa Misciascio ha agito a Nocera, Cava, Battipaglia, Fisciano

NOCERA INFERIORE. «Una frequenza impressionante di episodi di spaccio di banconote contraffatte sul territorio», riguardano Rosa Misciascio, pluridenunciata per episodi simili, che si dedicava all’attività criminale con noncuranza e destrezza, lavorando in autonomia e indipendentemente dal sostegno dei complici.

Per lei, scrive il giudice, lo spaccio di denaro falso «era un’attività praticata con ostinazione nonostante i carabinieri l’avessero già trovata con disponibilità di denaro falso», al punto da meritare la massima misura cautelare. Carcere, quale personaggio apicale dell’impianto accusatorio.

Il suo sodale Carusio, anche lui finito in carcere, pluripregiudicato, aveva continuato a dedicarsi al giro di soldi falsi pur essendo ristretto agli arresti domiciliari. Teneva i rapporti importanti del giro, pronto a guidare i corrieri per concludere acquisti, nascondigli, spostamenti del denaro. L’altro elemento del terzetto ritenuto gruppo direttivo dell’associazione tutta, il napoletano Vitone, è inquadrato come un elemento «dagli ampi orizzonti criminali», in grado di agire su tutto il fronte delle azioni delittuose compiute, in grado di rifornire Carusio di banconote false anche se intercettato dai carabinieri, anche subito dopo l’arresto in flagranza subito a Rimini, aggirato come nulla fosse cambiando utenza telefonica per proseguire l’attività delinquenziale.

È lui a garantire i falsi, primo motore e origine dell’intera organizzazione, in grado di assicurare in via esclusiva il denaro falso al gruppo, subito coadiuvato con totale disponibilità dagli indagati Arena e De Filippo. Ma il duetto ricorrente nelle carte, la coppia protagonista di plurime azioni di reato compiute negli esercizi commerciali più disparati sparsi sul territorio, è quello composto dalla stessa Rosa Misciascio e Massimiliano Carusio, legati anche sentimentalmente, con la donna descritta da numerose vittime come «non molto alta, con la coda castana, formosa con un grosso neo sul sopracciglio».

I colpi eseguiti, a volte con la stessa Misciascio accompagnata da Antonio De Rosa, avvenivano dall’estate 2011 in ordine sparso smerciando cento euro fasulli al bar “Mon Amour” di Nocera Superiore, all’esercizio commerciale “Faville spose” a Nocera Superiore, al bar “Croissant de nuit”, al negozio “Bimbi Sani” di Salerno, all’esercizio commerciale “Pretty woman” a Salerno, dove la coppia acquistava un cappellino di venticinque euro, al “Discount Detersivi” a Pagani, per una confezione di pinzette per capelli, ai fiori comprati in un negozio a Nocera Superiore, a venti euro di pizze e crocché acquistati al negozio “Crocché” di Salerno, a Cava all’esercizio “D’Amato Anna”, al BH Salon per prodotti cosmetici di Salerno, all’acquisto della bambola al negozio “Valentina” di Fisciano, all’acquisto di prodotti presso la farmacia “Masturzo” di San Cipriano Picentino, acquistando persino una tanica d’olio al negozi o”Lubrifilter” a Battipaglia.

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