La pareti dell’ospedale diventano un murale

Nella sala di attesa del reparto di Ostetricia i nomi dei piccoli nati e le dediche dei genitori

Le pareti della sala d’attesa tra l’ostetricia/ginecologia e la pediatria dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore sono state trasformate in un ufficio anagrafe a cielo aperto.

Nessuno si sottrae, tranne qualche persona con senso civico e rispettosa del luogo pubblico, dall’incidere con ogni mezzo la gioia per la nascita di un figlio e di un nipote. A volte non basta una volta.

Al motto di repetita iuvant, l’annuncio della nascita di un figlio viene replicato, dopo l’annuncio del padre in pompa magna e cuore colorato, anche da nonni e zii, sempre sul muro, per due o più volte.

Le scritte piccole e grandi si susseguono al ritmo dei parti come in una sorta di disordinato tazebao. In molti da tempo storcono il naso, anche perché con il passare dei mesi quei muri sono diventati così imbrattati da poter essere considerati una sorta di icona dell’inciviltà. Gli antesignani di questa pratica al limite del vandalismo hanno cominciato a imbrattare le pareti della sala d’attesa. Esaurito lo spazio, qualche intelligentone ha cominciato a scrivere su finestre, porte e sedie. Man mano che le “dediche” aumentavano l’attenzione dei graffitari si è trasferita nell’atrio della ginecologia, per poi spostarsi verso il corridoio che porta verso la Tin e la pediatria.

C’è chi si è spostato verso le scale, da incorniciare il cuore con dedica di un orgoglioso papà. Consumate tutte le pareti, le dediche sono spuntate anche nella sala d’attesa della pediatria.

Schizofrenia pura, invece, affligge quei genitori che pur di consacrare la nascita hanno scritto data, nome e dedica sulle porte dei bagni. Contenti loro. Poi ci sono quelli che vanno oltre il vandalismo, sfociando nella maleducazione pura.

Infatti, c’è chi ha ingigantito l’organo genitale di un bambino dipinto su una parete, aggiungendoci una frase offensiva che fortunatamente qualcuno di buon senso ha cancellato.

A nulla serve il cartellone fatto installare dalla direzione sanitaria, che informa del rischio di una sanzione fino a mille euro. Qualcuno ci ha scritto sopra uno sfottò. Che considerazione. I vertici ospedalieri hanno fatto ridipingere spesso quelle pareti, ma per ora ha primeggiato sempre l’inciviltà. Una situazione che va avanti da tempo.(s. d’a.)

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