La nuova legge dà una mano a Elpis

È il primo ristorante solidale nato in città grazie all’associazione “L’abbraccio”

SALERNO. Se credevate, veramente, di aver sentito tutto a livello alimentare forse c’è ancora qualcosa che potrà lasciarvi senza parole. L’ultima tendenza, in cucina, si chiama wasted e letteralmente vuol dire “educazione allo spreco”. Ma il trend “riuso dei rifiuti alimentari” non si ferma più solo al settore privato.

A proporre che il cibo di scarto sia riutilizzato ci si è messo anche il Governo che sta prendendo provvedimenti al riguardo. In Italia, infatti, lo spreco alimentare vale circa tredici miliardi di euro, vale a dire l’uno per cento di prodotto interno lordo, si è deciso quindi di correre ai ripari grazie alla legge del “buon samaritano” a cui ha lavorato alacremente anche l’onorevole Maria Chiara Gadda.

Tale legge permette, quindi, a tutte le Onlus che operano a fini di solidarietà sociale, di recuperare gli alimenti ad alta deperibilità rimasti invenduti nel circuito della ristorazione organizzata – mense aziendali, scolastiche – e della grande distribuzione, come ad esempio i supermercati, di distribuirli ai bisognosi. Questa è una delle strade intraprese anche da Elpis, il primo ristorante solidale ubicato in via Fresa, nella zona San Leonardo, nato per le vittime della crisi economica. Un luogo pensato per coloro a cui la contrazione dei consumi ha stravolto letteralmente la vita: padri separati, gente che ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo e non può più avere la vita dignitosa di un tempo.

Uomini e donne che non hanno una storia di povertà alle spalle e per questo si vergognano a chiedere aiuto. Un ristorante aperto tutti i giorni e che fornisce in media una quarantina di pasti al giorno, a volte anche di più. Ma non solo perché negli ultimi mesi, all’interno della struttura, è stato attivato anche il servizio docce completamente gratuito dalle ore 10 alle 12.30: i giorni dispari riservato agli uomini mentre quelli pari alle donne. Tavoli e sedie in legno e ferro, che nella loro semplicità risultano essere di design e molto moderni, frasi filosofiche scritte sui muri e ancora vasi di fiori posti sopra ogni postazione, e infine due consolle per chi si volesse fermare un minuto in più per fare una chiacchierata.

No non è l’ennesimo locale glamour e alla moda, ma un progetto fortemente voluto dal presidente Matteo Marzano, dell’associazione L’Abbraccio Onlus di Salerno che da anni opera nell’ambito del sociale «Questa legge – precisa Matteo Marzano – ci permette di recuperare cibo e prodotti alimentari ancora perfettamente commestibili, il cui unico svantaggio è quello di avere perso valore commerciale e di essere quindi esclusi dal mercato tradizionale». E aggiunge: «Nel corso dei mesi abbiamo creato una vera e propria rete di contatti con alcuni esercenti di tutto il territorio provinciale». Secondo un’indagine il prodotto che più si spreca è il pane e tutti i prodotti finiti della panificazione e sono soprattutto pane e dolci, un invenduto che ogni sera gira intorno al 60-70 per cento, quelli che l’associazione l’Abbraccio recupera quasi tutte le sere.

«Ma – precisa subito Marzano – se raccogliamo tanto pane una parte la doniamo alle famiglie in difficoltà». Non solo: «Oltre ad alcune aziende che decidono di sponsorizzarci – continua Marzano – ci sono molti coltivatori, anche, che decidono di donarci il loro invenduto». Le iniziative per combattere lo spreco alimentare non si fermano qui: «Ad esempio – riprende il presidente dell’associazione l’Abbraccio – abbiamo chiesto alle macellerie da Torrione fino a Pontecagnano di donarci, a loro piacere, un chilo di carne al mese».

Prossimo step dell’associazione è quello di allargare le cucine e di creare degli ambulatori, gratuiti, e «uno spazio dedicato al catering per i bambini i cui genitori non possono permettersi di far fronte alle spese che ci vogliono per organizzare una festa e quindi mettiamo i nostri spazi a disposizione. In questo modo i piccoli potranno avere diritto a una festicciola come tutti i loro coetanei, senza che le famiglie siano costrette a dover rinunciare o a dover fare ancora più grandi sacrifici per accontentarli» conclude Marzano.

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