STOP ALL'ALLARME DIOSSINA

La mozzarella salernitanaha superato tutte le analisi

Arriva il via libero dai due ministeri che hanno condotto l'intera indagine. I 133 prelievi effettuati a Salerno e a Benevento hanno dato tutti esito più che confortante

«Tutti i nostri prodotti lattiero-caseari, mozzarella di bufala campana inclusa, possono essere commercializzati liberamente sul mercato internazionale, senza sottostare a rafforzamenti di controlli alle frontiere degli altri Paesi». Così ieri i due ministeri competenti, delle Politiche Agricole e della Salute, hanno chiuso la vicenda della mozzarella di bufala campana contaminata da diossina, comunicando i risultati finali del piano di controlli effettuati nelle scorse settimane nei caseifici delle cinque province.
I risultati hanno evidenziato «che il problema diossina esiste in modo circoscritto - sostengono dai Ministeri - e comunque in misura ridotta rispetto a qualche anno fa». Le due fasi del piano di controlli hanno portato alla luce, per le province di Napoli, Caserta e Avellino, l’85,6% di campioni conformi alla soglia relativa al contaminante e il 14,4%, pari a 39 campioni, non rispondenti ai limiti cautelativi fissati in via provvisoria dal piano concordato con le autorità comunitarie. I 39 campioni corrispondono a 102 allevamenti (100 a Caserta e 2 a Napoli) già posti sotto sequestro sanitario. Tutti conformi alla norma, invece, i 113 campioni prelevati a Salerno e Benevento, corrispondenti a 313 allevamenti bufalini.
Il piano straordinario di controlli predisposto dal Ministero della Salute per verificare la presenza di diossina nella mozzarella di bufala campana ha scagionato, in tempi brevi, il settore fornendo i risultati delle analisi condotte su 387 campioni, prelevati in 140 caseifici e corrispondenti a 959 allevamenti campani. Sono 39 i campioni «non rispondenti ai limiti cautelativi fissati in via provvisoria dal piano concordato con le autorità comunitarie» e provengono da quelli analizzati nella prima fase del piano, quella relativa alle province di Napoli, Caserta e Avellino. Le Asl a cui fanno riferimento i 102 allevamenti corrispondenti (già posti sotto sequestro), sono quelle di Caserta 1 e 2 e Napoli (1-2-3-4-5).
Tutti conformi, invece, i 313 allevamenti di Salerno e Benevento. «Negli allevamenti conferenti latte ai caseifici in cui è stato riscontrato il superamento dei limiti fissati - sottolineano dai Ministeri - sono in corso gli opportuni approfondimenti che prevedono, tra l’altro, il prelievo di campioni di latte e di alimenti zootecnici in ogni singolo allevamento conferente, il divieto di cessione o commercializzazione, a qualsiasi titolo di latte e prodotti lattiero-caseari da essi provenienti e il divieto di movimentazione degli animali di qualsiasi specie, ivi presenti». Grazie a questa operazione di controllo si è ottenuto «l’’isolamento degli allevamenti a rischio diossina con il loro sequestro cautelativo, l’identificazione degli allevamenti contaminati dalla diossina, la garanzia sul fatto che tutto il latte di bufala campano commercializzato in ambito nazionale ed internazionale è in regola con le norme sulla diossina; e così tutti i prodotti derivati dal latte di bufala campano. «Le attività di controllo hanno permesso, grazie alle negoziazioni condotte dal Ministero degli Affari Esteri di limitare, da subito, le ripercussioni negative legate alla commercializzazione dei prodotti lattiero caseari provenienti dall’intero territorio italiano, quali ad esempio Corea del Sud, Cina, Giappone, Hong-Kong e Taiwan».