La morte di Petrullo Cerimonia privata per l’ultimo saluto

Solo i familiari al funerale del 45enne deceduto domenica Il rito è stato celebrato ieri nella chiesa del Volto Santo

La famiglia di Paolo Antonio Petrullo - il 45enne trovato morto domenica mattina nell’androne del palazzo al civico 225 di via Posidonia dove l’uomo abitava con sua madre - ha preferito vivere il proprio dolore in privato scegliendo di dire addio al proprio caro senza che nessuno turbasse ulteriormente gli animi già fortemente scossi per una morte così tragica e improvvisa. Senza presenze estranee, senza flash o commenti superflui. I funerali dell’uomo si sono, infatti, celebrati ieri mattina nella chiesa del Volto Santo, a Pastena, senza che ce ne fosse traccia in giro. Non un manifesto per le vie del quartiere - nel quale Petrullo viveva da tempo e dove era molto conosciuto - nè, tantomeno, una folla ad attendere il feretro. Solo i familiari più stretti, per di più di fede buddista, a occupare i banchi della chiesa della zona orientale della città dove si è deciso di salutare per l’ultima volta il 45enne che, a detta di quelli che lo conoscevano bene, aveva deciso di non abbracciare il credo dei suoi familiari rimanendo cattolico.

La verità sulla morte di Petrullo non si saprà mai. Molti - dopo il rinvenimento del suo corpo senza vita all’interno del portone, in prossimità della tromba delle scale - hanno parlato di suicidio ma la dinamica dell’incidente non si potrà mai conoscere con certezza. Quel che è certo è che Petrullo da tempo non stava bene, abusava di alcol, i vicini lo incontravano spesso ubriaco mostrando addirittura evidenti difficoltà nell’inserire la chiave nella toppa della porta del suo appartamento al primo piano dello stabile di Torrione. Un malore, un rintontimento dovuto ai postumi dell’ennesima sbornia, potrebbero essere tra le cause che hanno portato al la rovinosa caduta dell’uomo tra le scale, che non gli ha lasciato scampo.

Petrullo, in gioventù, era stato un promettente calciatore: nella stagione 1986/87, a soli 18 anni, aveva indossato la maglia dei Granata esordendo in C1 per sole tre partite però. Poi passa alla Turris dove dà prova di grande destrezza. Poi il lento declino, fino al tragico epilogo. Petrullo lascia un figlio, che ora, da giovanissimo calciatore, cercherà di arrivare laddove il papà non è riuscito.

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