il precedente

La misteriosa storia di Matierno

Un 64enne venne condannato ma la Cassazione ha bocciato tutto

SALERNO. I casi di abusi sessuali e prostituzione minorile tra Salerno e la provincia sono purtroppo una terribile realtà. Molto più raro, invece, il caso in cui sia un genitore a far prostituire il figlio o la figlia.

L’unica storia simile a quella di San Giorgio si è verificata un paio di anni fa a Salerno, a Matierno. Anche in quel caso era la mamma a vendere all’orco la figlia tredicenne, in cambio di regali e piccole somme di denaro. I giudici condannarono a quattro anni per induzione alla prostituzione la donna. La vicenda venne allo scoperto quando i carabinieri arrestarono sia lei che il complice, un 64enne di San Valentino Torio che aveva gestito per un periodo un bar nella zona orientale. Lui era già stato condannato a quattro anni al termine di un rito abbreviato che consente lo sconto di pena.

C’era, poi, stato un colpo di scena che risale a un annetto fa. La Cassazione accolse il ricorso dell’avvocato Luigi Gargiulo e annullò la sentenza della Corte d’Appello, che aveva condannato l’uomo a una pena di quattro anni, con l’accusa di violenza sessuale su minore. I giudici della Corte d’Appello confermarono condanna ed entità della pena, respingendo le istanze dei difensori che chiedevano di tenere conto del pagamento della provvisionale a parziale risarcimento delle parti civili: l’adolescente e il padre. Troppo poco secondo la Corte, tenuto conto della giovane età della vittima, dei precedenti dell’imputato per altre vicende e della gravità dei fatti contestati, che pur non giungendo a un rapporto sessuale completo coinvolgevano la tredicenne in pesanti giochi erotici.

Le indagini erano partite dalla segnalazione di un vicino di casa, che si era insospettito dalla frequenza con cui l’uomo andava a prendere la ragazzina a casa, portandola via in auto e appartandosi poco lontano. I carabinieri attivarono le intercettazioni e fecero scattare l’arresto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA