«La mia prima volta nel segno della condivisione» 

Amandeep Grewal Singh vive a Battipaglia dal 2010 e lavora nel settore ortofrutticolo. Ha un grande sogno nel cassetto

Quest’anno voto anch’io. Ci sono voluti quasi 18 anni, proprio come per tutti gli italiani che per la prima volta sono chiamati a scegliere i parlamentari. E, a ben vedere, anche per me nel 2002 è iniziata una nuova vita. Ero a Berlino, al Fruit Logistica, e l’incontro con un mio connazionale mi aprì nuovi orizzonti. Avevo 28 anni e fino ad allora ero sempre vissuto nella regione del Punjab, in India, dove sono nato. Avevo studiato, mi ero diplomato e avevo frequentato l’Università, ma poi avevo cominciato ad occuparmi dei terreni dei miei genitori agricoltori.
Mi occupavo della semina, del raccolto, seguivo le colture: insomma me la cavavo bene. E quell’esperienza mi tornò utile quando, in seguito all’incontro fatto a Berlino e ad una serie di contatti, decisi di venire in Italia. Roma, Campobasso, Bergamo: ho sempre lavorato nelle aziende del settore ortofrutticolo e lo stesso ho fatto quando sono sceso al Sud, a Battipaglia che nel 2010 è diventata la mia nuova casa. Grazie al lavoro presso l’azienda San Martino, dove oggi guido una squadra di otto persone come responsabile della raccolta, ho potuto far venire qui anche la mia famiglia: mia moglie Amandip e le mie due figlie, Amardeep di 19 anni e Anmoldeep di 8. E qui è nato anche il mio terzo figlio, un maschietto: Harfateh, colui che porterà avanti il nome di famiglia come ci insegna la tradizione indiana.
Dall’anno scorso sono cittadino italiano. Ed è in Italia che voglio che crescano i miei figli, con la possibilità di coltivare la doppia identità culturale, indiana e italiana con le loro ricchezze. L’Italia è un paese che si è dimostrato ospitale con me, mi ha accolto senza discriminarmi o, peggio ancora, prendermi di mira con atti di razzismo.
Sono onorato e felice per la responsabilità che questo strumento, la partecipazione alle elezioni, mi concede. Dopo quasi sedici anni in cui non mi sono occupato attivamente di politica, né nel mio paese d’origine né qui, posso finalmente sentirmi un cittadino completo esprimendo il mio voto. Spero che il diritto al voto e, quindi alla cittadinanza attività, per i milioni di cittadini che qui vivono, lavorano, pagano le tasse, e che amano questo paese, possa presto essere realtà. Sono di idee progressiste, sogno un’Italia aperta dove l’armonia e la convivenza delle diversità possano far tornare grande questo paese proprio come lo era quando, da ragazzo, guardavo le sue meraviglie dalla mia piccola città di Kannah. Anche noi nuovi cittadini italiani abbiamo una grande responsabilità, sia verso coloro che aspirano a diventarlo che verso le comunità in cui viviamo. In questo sono importanti il lavoro e l’impegno nell’associazionismo che come sikh abbiamo fatto e continuiamo a fare, aprendo le porte dei luoghi di culto come il Tempio (Gurdwara) che abbiamo a Battipaglia, dove ogni domenica si raccolgono centinaia di fedeli da tutta la provincia. Accogliendo nella nostra comunità chiunque voglia conoscere la realtà dei sikh, dialogando con le altre associazioni e con le istituzioni, festeggiando e condividendo le ricorrenze religiose e civili dell’India e dell’Italia, possiamo creare quel clima di condivisione e rispetto delle diversità che è fondamentale vivere e trasmettere alle nuove generazioni.
*lavoratore settore ortofrutticolo